Pallacanestro Forlì: polemiche e reazioni dopo le gare a porte chiuse
Reazioni contrastanti tra i tifosi di Forlì dopo la decisione di giocare le partite a porte chiuse per motivi di sicurezza.

Lo sport del basket
Non si fermano le reazioni degli appassionati di basket, dopo gli incidenti che hanno costretto a giocare a porte chiuse gara3 e ora gara4. Una tifosa storica della pallacanestro forlivese, con una lettera firmata inviata alla nostra redazione, si sente "costernata in questi giorni come tutte le persone civili. Mi chiedo come mai il tifo organizzato forlivese non abbia sentito il dovere di dissociarsi pubblicamente da chi si è reso protagonista di tanta violenza. Non so se tra le persone coinvolte vi siano anche elementi appartenenti ai gruppi ultras – spiega –, ma mi sarei aspettata da tante persone perbene che frequentano la curva un comunicato ufficiale di scuse alla società, alla squadra, alla città e a tutti quelli che sarebbero dovuti andare a una festa. Quanto all’Osservatorio e alle decisioni del questore – precisa –, l’intento è quello di proteggere l’incolumità delle persone, ma la partita a porte chiuse penalizza la Pallacanestro 2.015 e quindi confido che le autorità applichino agli autori di questi gesti le misure più drastiche: un daspo a vita non è abbastanza. Spero che questi teppisti siano chiamati a rispondere delle proprie responsabilità, anche sotto il profilo penale e che la società chieda loro un risarcimento per i danni di immagine e per il mancato incasso. Infine, esprimo solidarietà a tutti i soci della Fondazione Pallacanestro e mi auguro che non cedano alla tentazione di abbandonare il progetto, arrendendosi alla prepotenza. Non chiederò il rimborso dei biglietti acquistati per gara3, esprimendo la mia gratitudine a persone serie che si impegnano per regalare momenti di gioia alla città".
"Resto meravigliato – dice invece Paolo Foschini, che ci scrive da Ravenna – delle lagnanze espresse dall’ex vicesindaco di Forlì e dal capogruppo della Lega cittadina in merito alla decisione di prefetto e questore di far giocare l’incontro a porte chiuse. Stante l’evidente responsabilità politica di tutti i governi, non scuso chi continua a minimizzare, definendoli ‘alcuni stupidi delinquenti’, quando si tratta invece di centinaia di persone. A causa loro ogni domenica migliaia di poliziotti e carabinieri sono costretti a stare lontani dalle famiglie e a correre dei rischi: giusta quindi la decisione del prefetto e del questore".
Di tono opposto invece, sul Palafiera chiuso, il giornalista Fabrizio Rappini, che venerdì in veste di tifoso ha protestato davanti all’ingresso e che ora con una nuova nota aggiunge: "Mi sono presentato col biglietto sapendo che non mi avrebbero fatto entrare. L’ho fatto per richiamare l’attenzione su una decisione ingiusta ordinata da autorità dello Stato, che dovrebbero invece garantire – chiosa – la libertà dei cittadini pacifici".
g. b.
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