"Reggio non molla mai, Winston è un campione"
Sardara, patron di Sassari: "Stiamo bene, daremo filo da torcere. Il decennale dello scudetto? Una serie incredibile, che ricordi!"

Stefano Sardara con Ousmane Diop, gigante dell’Olimpia Milano
"Sassari e Reggio Emilia sono due città separate alla nascita, per caratteristiche sociali e come modello di basket." Usa parole al miele, nelle more dell’intervista che segue, Stefano Sardara, presidente della Dinamo, avversaria domani della Unahotels in Serie A, nel ricordare le tante analogie tra le due società. Poi certo, il suo Banco di Sardegna (ne è patron dal 2011) ha in bacheca quello scudetto, vinto in gara 7 proprio al PalaBigi, che a tutt’oggi resta il più grande rimpianto dei tifosi biancorossi.
Ma, oggi come allora, il 55enne imprenditore sassarese ben ricorda che quella serie fu emotivamente e sportivamente durissima per tutti. Sardara, quest’anno ricorre il decennale di quella serata di fine giugno, dolcissima per voi, amarissima per la Pallacanestro Reggiana. Cosa resta di quel tricolore in casa Dinamo? "Il ricordo di un momento storico, memorabile non solo per la società ma per tutta una città. Che ha sicuramente creato un effetto traino per il nostro brand che tuttora dura."
La Grissin Bon ve l’ha fatto sudare però quello scudetto… "Ricordo bene. E’ stata una serie lunghissima, durissima, sotto ogni punto di vista. Reggio aveva individualità superiori alle nostre e più intelligenza cestistica; noi fummo bravi, anche nei singoli episodi, a far rendere al meglio tutto il nostro genio e sregolatezza. Furono piccoli dettagli a deciderla."
Nell’attualità invece il Banco arriva domani a Reggio indietro di 10 punti, per provare a prendere l’ultimo treno per i playoff. Con che spirito salgono in Emilia i suoi? "Certamente molto diverso da quello di inizio stagione. Paghiamo ancora gli errori commessi, ma ora il nostro ruolino di marcia è decisamente migliore. Non è l’ultimo treno, a mio parere; ma certo è un’occasione importante. Perché sono le vittorie esterne a dare maggiore spinta. Di sicuro saremo motivati. Al cospetto di un’avversaria molto forte." Cosa pensa della Unahotels? "Dico a voi quello che ho detto alla presidente Bartoli: è una squadra molto ben progettata, molto ben organizzata, molto ben allenata. Candidata a fare un ottimo campionato. Non perde mai l’equilibrio, non molla mai, e ha un autentico campione, Winston, che quando vuole è semplicemente immarcabile."
Ha citato Veronica Bartoli. Che, assieme a soci, management e sponsor ha un sogno: la casa biancorossa. Che è una versione più estesa di quello che avete realizzato voi a Sassari. Quali sono le ricadute di progetti di questo tipo su una realtà societaria? "Intanto mi lasci dire che se la Pallacanestro Reggiana riuscirà a realizzare questo obiettivo sarà una bella notizia per tutto il basket italiano. Per quanto ci riguarda, oltre alla storica clubhouse, di fronte al PalaSerradimigni, che presto amplieremo a 8000 posti, abbiamo il nostro store, vari tipi di attività commerciali ad esso connessi, facilitazioni in loco per le famiglie dei ragazzi del nostro vivaio. Più in generale investiamo risorse ingenti per essere ’più di un club’, come è il motto della Dinamo (che a Reggio si traduce nel "siamo qui per fare qualcosa di bello anche per la città" slogan del socio di maggioranza, la famiglia Bartoli, e del partner Graziano Sassi, ndr). Certo ci sono molte spese, ma un fondamentale ritorno sociale che poi porta anche più ricavi e più sponsor."
Rispetto al 2015, cosa occorre alla Dinamo e alla Pallacanestro Reggiana per ritrovarsi di nuovo in finale scudetto? "Sarebbe davvero bello. Non a caso quella serie detiene ancora il record di ascolti per una finale di Serie A. Realisticamente parlando è cambiato il contesto economico. Non è solo questione di Milano o Virtus Bologna. Si sono affacciati nuovi imprenditori, magnati come Gavio a Tortona, o proprietari con alto budget come Antonini a Trapani. C’è sempre più concorrenza, maggiore equilibrio. A quel tempo poi la stella di Siena era in declino, l’Olimpia stava costruendo il suo futuro. Entrambe: Reggio e Sassari, furono brave a cogliere il momento."
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