Serie B Interregionale: "Brucia fare i playout, ma il gruppo è sano». Il patron Guerri guarda al futuro: "Il Bologna 2016 in buone mani»
Di sicuro aver visto sfumare in volata l’accesso ai playoff di Interregionale ha lasciato l’amaro in bocca a tutto...

Rossano Guerri, il presidente del Bologna 2016 che gioca al PalaSavena
Di sicuro aver visto sfumare in volata l’accesso ai playoff di Interregionale ha lasciato l’amaro in bocca a tutto il Bologna 2016 del presidente Rossano Guerri (0-5 il rendiconto di fine regular season). Che dopo il successo casalingo nell’ouverture di seconda fase contro la Jadran Trieste guarda fiduciosamente al futuro: la salvezza è a portata di mano di coach Giovanni Lunghini e soci, ma soprattutto il club sta gettando le basi per una crescita solida del giovane patrimonio.
Che finale di regular season è stato? "Venivamo da una stagione ottima, anche se condizionata dagli infortuni di inizio anno che ci hanno tolto un paio di giocatori del quintetto. Se a questo ci aggiungi l’influenza dell’ultimo periodo, con altre 2-3 giocatori fuori dalle rotazioni, la morale della favola è semplice: è arrivato un calo di forma che non ci ha permesso di vincere le due partite che avrebbero dato accesso ai playoff".
Molto rammarico o guardate al vostro processo di crescita? "Sarei sciocco a dire che sono meglio i playout dei playoff, questo è fuori di dubbio. Ma è anche vero che come club ci stiamo impegnando da anni affinché i ragazzi vengano lanciati nello sport e nel mondo del lavoro. È sempre stato il nostro obiettivo, quindi ora puntiamo a fare una buona seconda fase e salvarci. Inoltre non avevamo né le velleità né la struttura per salire, quindi va bene così".
Che campionato avete trovato quest’anno? "La parte lombarda è senza tema di smentita il campionato più competitivo, specie sotto il profilo fisico. Però quando perdi 5 partite nel rush finale della regular season ci sono ben pochi alibi e non abbiamo avuto le risposte che ci aspettavamo per fronteggiarla al meglio".
Ha inciso la mancanza di un derby? "Ci è mancato enormemente questo aspetto: Ferrara era in un’altra division, mentre i New Flying Balls Ozzano e l’Olimpia Castello addirittura in un’altra conference. Contro Reggio Emilia, e mi dispiace tanto doverlo ammettere, è stato il derby del deserto".
Poca gente? "Sì, è mancato un derby di campanile. Al di là dell’incasso, ne faccio un discorso di spettacolarità e di movimento emiliano più solido. Ho come l’impressione che l’Emilia-Romagna non sia più sovrana a livello di B".
State già guardando alla prossima stagione? "Non ancora, ad oggi siamo molto concentrati sul finale e ci stiamo togliendo tante soddisfazioni, avendo in campo dei 2004 e dei 2005 da far crescere: la squadra non ha nessuno sopra i 29 anni e dopo aprile inizieremo a pianificare il futuro".
Sta incidendo il lavoro di coach Giovanni Lunghini? "Certamente, è un allenatore inclusivo e positivo, valorizza tutte le risorse a disposizione. Credo di poter dire che la soddisfazione di lavorare assieme sia reciproca".
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