Trovare Pesaro adesso? Un vantaggio. I rivali di Forlì super per mesi, poi tanti guai
Dopo un inizio difficile, la grande rimonta che li ha portati a 13 successi nelle successive 15 uscite. Ora 3 sconfitte consecutive

Daniele Cinciarini in difesa su VJ King di Pesaro nel 71-50 della 5ª giornata (Frasca)
La Pesaro che Forlì affronterà sabato alla Vitrifrigo Arena è una squadra che non sta attraversando un buon momento di forma, ultimo (per ora) capitolo di una stagione travagliata iniziata molto male rispetto al notevole potenziale, poi una seconda parte di alto livello.
La squadra che l’Unieuro superò fin troppo agevolmente alla 5ª giornata al Palafiera (71-50) era reduce da un inizio di campionato traumatico. Retrocessa in primavera in A2 dopo 17 annate consecutive in A1, in estate aveva cambiato completamente volto. Il nuovo allenatore Stefano ‘Pino’ Sacripanti, però, dopo sole tre partite (due vittorie e una sconfitta) abbandona squadra e città per motivi di salute. Tocca al viceallenatore Giacomo Baioni che, come traghettatore, siede in panchina nella sconfitta di Rieti (86-80) e del Palafiera. Il nuovo allenatore viene identificato in Spiro Leka che si trova di fronte a una condizione allarmante: squadra in difficoltà fisica e tecnica, identità da costruire, insomma tutto da rifare.
Leka si mette al lavoro: parla con Khalil Ahmad, guardia, il giocatore di gran lunga più talentuoso del gruppo ma troppo individualista, e gli fa capire che deve cambiare atteggiamento e fidarsi dei suoi compagni. Poi lavora su nuovi principi difensivi e offensivi. I risultati non sono immediati: con il nuovo allenatore Pesaro vince solo due delle prime otto partite e il 24 novembre dopo la sconfitta di Brindisi il suo record complessivo parla di 4 vinte e 9 perse.
Ma qui i marchigiani cominciano a raccogliere i frutti del lavoro di Leka e cambiano passo: vincono cinque partite di fila (in casa contro Cantù di 23 e Fortitudo di 21) senza alcun tipo di cambiamento o innesto sul mercato. Alla fine del girone d’andata hanno un record di 9 vittorie e 10 sconfitte. La rinascita prosegue nel ritorno che Pesaro inizia con quattro vittorie di fila e otto nelle prime nove che, da quel famoso 24 novembre, chiudono un bilancio di 13 vittorie in 15 incontri (i ko a Cividale di 11 e ad Avellino di 2).
Poi però gli infortuni cominciano a incidere negativamente su di un roster non lunghissimo che a fine 2024 aveva già perso Salvatore Parrillo, play-guardia e cambio di Imbrò in cabina di regia, operato di ernia del disco. Il 25 febbraio Pesaro perde a Orzinuovi dopo due tempi supplementari con Danilo Petrovic (altro ex Unieuro) e Ahmad che sbagliano rispettivamente il tiro della vittoria alla fine dei regolamentari e del primo prolungamento. Poi arriva la netta sconfitta di Torino che sarebbe il meno, se non fosse per l’infortunio alla falange del dito della mano sinistra di Bucarelli, elemento fondamentale per gli equilibri tattici con la sua capacità di giocare, guardia, ala piccola e in emergenza anche cambio del playmaker.
Domenica scorsa invece i biancorossi hanno perso in casa contro Rieti e ora in classifica sono undicesimi con 34 punti e un record di 17-14. Per partecipare ai playoff dovrebbero passare il play-in, uno spauracchio che, del resto anche Forlì non ha definitivamente allontanato.
La piazza chiede da settimane un intervento del club sul mercato, ma la società porta avanti una politica attendista: in cerca di un nome capace di cambiare gli equilibri, non si è chiuso l’affare Filoni, ora si punta a Zerini da Tortona ma la trattativa è lunga e complessa. Il termine ultimo è il 31 marzo. Si cerca un lungo perché l’ex forlivese ‘Rino’ De Laurentiis è l’unico centro e quando va in panchina evidenzia le difficoltà di un reparto ‘corto’. Un’altra soluzione sarebbe quella di tagliare VJ King e prendere un centro Usa. E Pesaro rischia di buttare a mare tutto quanto di ottimo fatto nei suoi due mesi e mezzo di ripresa.
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