Una Rinascita in crisi perde i pezzi. Da valutare Grande e Tassinari

Il primo ha rimediato una contrattura contro Nardò, l’altro era già out per un risentimento all’ileo psoas .

14 novembre 2023
Una Rinascita in crisi perde i pezzi. Da valutare Grande e Tassinari
Una Rinascita in crisi perde i pezzi. Da valutare Grande e Tassinari

Non è una settimana semplice, per Sandro Dell’Agnello. Dopo la giornata libera di ieri, con la squadra tornata quasi all’alba da Lecce, comincia oggi la preparazione al match interno con Trieste. Sarà la "prima" al Flaminio per il nuovo coach, che ha più volte affermato, durante la conferenza di presentazione, di voler abbracciare al più presto i suoi nuovi tifosi.

Nel mezzo ci sono però sedute di allenamento non semplici, soprattutto perché al momento non si sa ancora se lo staff tecnico potrà disporre dei due playmaker designati della squadra. Andrea Tassinari, a referto solo per onor di firma contro Nardò ma non entrato in campo, nell’ultima seduta di allenamento della scorsa settimana ha accusato un risentimento, senza lesioni, del muscolo ileo psoas. Alessandro Grande, tra i migliori nella pessima partita di Riviera Banca, è dovuto uscire nel finale di gara per una contrattura. Entrambi hanno trascorso un lunedì di riposo e verranno rivalutati nella giornata di oggi. L’assenza di entrambi porterebbe a soluzioni estreme in cabina di regia, ma al momento regna un discreto ottimismo sulle condizioni dei due giocatori, che però devono avere il via libera medico nella giornata di oggi prima di poter tornare a disposizione.

Sono davvero tante le cose che non hanno funzionato in Puglia e questa è forse la cosa più preoccupante. Aspetti tecnici che nel primo tempo sono apparsi il punto debole di Rbr sono andati in miglioramento, mentre altri che non sembravano preoccupare hanno fatto crollare la squadra. La difesa, ad esempio, altamente insufficiente per i primi due quarti (41 punti subiti), con Stewart a fare quello che voleva e i lunghi di Nardò a troneggiare in area. Poi il miglioramento. Oppure l’attacco e la gestione della palla nei cinque minuti finali, da film horror dopo un discreto inizio.

Derrick Marks merita un discorso a parte, perché è vero che l’americano ha messo a segno 19 punti, ma 6 di questi sono arrivati negli ultimi inutili secondi. Due triple che non hanno aggiunto nulla alla sua prova, largamente sotto il par in un secondo tempo in cui anche un professionista esperto come lui è naufragato. Prima era arrivato un primo tempo da 11 punti, mentre nel secondo l’americano si era visto in attacco solo per due liberi a fine terzo quarto. Non bene. Anzi, male. Perché è vero, come ha detto coach Dell’Agnello, che "non si guarda al passaporto" nella costruzione della squadra in palestra, ma Marks è stato firmato per essere una colonna della squadra e in questo momento non lo è. La sensazione è che il giocatore funzioni quando la squadra, nel suo complesso, fila via liscia. Se ha delle difficoltà, lui stesso non ha ancora mostrato di poter essere un leader che aiuta gli altri a uscire dalle secche. 17.4 punti a partita non sono numeri da taglio, ma la prestazione di domenica onestamente sì. Dipende dalla continuità del giocatore, che deve cominciare a essere diversa. Altrimenti l’ipotesi dei saluti non sarebbe così lontana.

Loriano Zannoni

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