Zappi, crescita continua: "Pavia, un club di vertice"

Basket serie B interregionale "Una piazza appassionata come la mia Imola"

di LUCA MONDUZZI
21 giugno 2025
Mauro Zappi, 48 anni, ai tempi della sua esperienza con allenatoe della Virtus Imola Nell’ultima stagione era a Castel San Pietro (Isolapress)

Mauro Zappi, 48 anni, ai tempi della sua esperienza con allenatoe della Virtus Imola Nell’ultima stagione era a Castel San Pietro (Isolapress)

Nuove motivazioni a Pavia per Mauro Zappi. Dopo una stagione complicata e chiusa con la salvezza al limite del miracoloso conquistata con l’Olimpia Castello, il quarantottenne tecnico imolese riparte con una nuova avventura. Lontano da Imola, per la prima volta.

"Non sarà la Pavia che una volta era in Legadue, ma parliamo sempre di una piazza molto ambiziosa – racconta Zappi –. Una terra di pallacanestro in una città simile a Imola come grandezza, come seguito e come passione per quanto ho già visto. Una città innamorata della pallacanestro con tutti i suoi pro e i suoi contro di pressioni e responsabilità, ma è una fortuna poter allenare in questi luoghi".

Dall’obiettivo salvezza con l’Olimpia alle zone alte della classifica.

"Gli obiettivi sono diametralmente opposti. Se a Castello la salvezza era uno scudetto, qui si chiede di competere per restare in una certa fascia. In questa stagione Pavia è uscita ai quarti di finale, la scorsa in semifinale, il trend è quello di restare su una certa linea".

Che serie B interregionale troverà?

"Aspettiamo di conoscere il girone e le avversarie per avere un’idea del livello, ma cercheremo di allestire comunque una squadra che possa dire la sua. La formula sarà sicuramente migliore, con sei gironi da 16 squadre ciascuna che porteranno ai playoff incrociati ogni due gironi: certamente meglio della seconda fase di questa stagione".

Ecco, come è stata quella all’Olimpia?

"È stata una stagione molto complessa e difficile, vuoi perché siamo stati falcidiati dagli infortuni, vuoi perché l’Olimpia non è strutturata per una B2 di questo livello, né economicamente e né come struttura. In più le lunghe trasferte di questo torneo, anche fino a Caserta, hanno portato alla società stessa costi non indifferenti. Ci siamo salvati facendo un miracolo sportivo dopo 38 partite di cui 31 giocate con infortunati e allenandoci tre giorni a settimana. Per quello che è stato il feeling con il campo è stato un po’ faticoso e avevo bisogno di stimoli diversi. È stata un’esperienza che mi ha permesso di fare un’altra annata vicino a casa e ottenere un buon risultato".

Stimoli diversi che cercherà per la prima volta lontano da Imola.

"Quando si decide di fare questo lavoro si sa che arriva questo momento, anche se cerchi di spostarlo più avanti. Oggi ci sono le condizioni anche se fare i bagagli e salutare la propria famiglia non è mai facile. Ma come i miei figli e la mia compagna sono stati importanti nelle mie decisioni finora, così lo sono stati anche nella scelta di andare via di casa, con la responsabilità di andare in una realtà molto simile a Imola e molto stimolante".

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