Arezzo, la fragilità difensiva è un problema. Tocca a Indiani dare la scossa alla squadra
Contro i baby della Juve niente reazione dopo l’autogol e solite difficoltà nel reparto arretrato. E anche Gucci non ha trovato chance

Arezzo, la fragilità difensiva è un problema. Tocca a Indiani dare la scossa alla squadra
di Luca Amorosi
L’ non riesce a scendere dall’altalena. La sconfitta di Alessandria contro la Juventus Next Gen certifica le difficoltà della squadra di Indiani nel trovare continuità di risultati prima ancora che di prestazioni. Un vero peccato, perché i giovani bianconeri non sono sembrati certo trascendentali e potevano essere, almeno sulla carta, il cliente ideale per avviare una serie di risultati utili. Il girone B, inoltre, si dimostra ancora una volta estremamente equilibrato: dietro gli amaranto, Fermana a parte, nessuno è disposto a mollare e le vittorie di Rimini e Vis Pesaro riducono nuovamente a sole tre lunghezze il distacco del Cavallino dalle sabbie mobili dei playout, comunque maggiore rispetto a quello dalla quota playoff, distante appena due punti. Un equilibrio che in campo e nella pratica si traduce spesso negli episodi e nei dettagli. Sabato in avvio di gara se c’era una squadra che meritava il vantaggio era proprio l’, partito meglio e resosi subito pericoloso con Pattarello prima e Guccione poi. Al primo cross invece, è arrivato il patatrac. L’insicurezza di Borra e della linea difensiva è ormai un dato acclarato e preoccupante e anche quando non segnano direttamente gli avversari, ci pensano gli amaranto a farsi del male da soli: era già successo con il Pontedera e con l’Olbia, quando Chiosa e una deviazione sfortunata di Risaliti bucarono Trombini negando la vittoria.
A proposito di episodi, appena dopo il gol subìto il portiere bianconero ha compiuto un miracolo su una conclusione di Foglia: poteva essere il gol dell’immediato pareggio e invece no. Da quel momento il Cavallino si è spento e questa sarà la più grave colpa di sabato, unita al fatto di essere rimasti in dieci in avvio di ripresa per l’espulsione, a ben vedere troppo severa, di Mawuli, tegola non da poco per una compagine già in difficoltà. Le ultime partite dicono che una volta subita una rete, l’ ha una reazione quasi sempre fulminea: contro Pineto e Fermana tre dei quattro gol amaranto sono arrivati immediatamente dopo averne subiti.
Stavolta la segnatura non è arrivata e la squadra si è a poco a poco disunita, l’errore più grande da commettere in un campionato dove molto si giocherà sul filo dei punti. L’ sabato probabilmente ha finito per pagare, inoltre, l’entusiasmo della banda di ragazzini di Brambilla dopo il vantaggio acquisito e le prestazioni sottotono di alcuni giocatori chiave come Mawuli, capitan Settembrini e Pattarello.
La solita fragilità difensiva stavolta non è stata compensata dalla produzione offensiva: detto del numero 10, anche Gucci è rimasto ai margini della manovra (una sola chance per lui a fine gara), l’ingresso di Iori non ha portato i frutti sperato e col senno di poi la sostituzione di Guccione è apparsa un po’ troppo precoce, visto che era stato uno dei pochi a creare pericoli alla difesa piemontese. Per il resto la formazione iniziale aveva una sua logica, con la conferma dell’undici vincente di Fermo e l’inserimento obbligato di Poggesi al posto di Coccia.
In questo momento alcune assenze di rilievo pesano: Trombini in porta, Polvani al centro della difesa e il terzino di proprietà del Modena rappresentano tre quinti della retroguardia titolare: difficile anche per questo trovare la solidità che invece servirebbe come il pane.
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