Azzurra a 44 anni. La prima volta di Livia Fabris: "Che emozione»

Gareggerà nel Tiro di Campagna agli Europei "Bisogna colpire sagome che appaiono dal nulla".

di CLAUDIO LAVAGGI -
16 settembre 2023
La prima volta di Livia Fabris: "Che emozione"
La prima volta di Livia Fabris: "Che emozione"

Da martedì, in Piemonte tra Cesana e San Sicario, si svolgeranno a seguire due campionati europei di tiro con l’arco, Tiro di Campagna dal 19 e a seguire Tiro 3D (sagome tridimensionali) e la nostra provincia manderà addirittura cinque arcieri di diverse società.

Si parte da Irene Franchini di Castelnovo Monti che ora non abita più nel reggiano e che gareggia per le Fiamme Azzurre, per passare a Cecilia Santacroce di Albinea della Ypsilon Cavriago nel Longbow; e poi ancora Simone Barbieri, arco nudo per la Malin Archery, di recente vicecampione italiano e in lizza da subito, oltre a Fabio Ibba nel compound per gli Arcieri del Torrazzo.

Discorso a parte merita Livia Fabris, della Orione Casalgrande, che a 44 anni vestirà la sua prima maglia azzurra nel Campagna, arco nudo. "E’ vero – dice Livia – sarà la mia prima maglia azzurra, anche se in realtà in gara vestiamo una maglia tricolore. Il discorso non cambia, per me è davvero una grande emozione dopo tanti anni di attività. E poi comunque una maglia azzurra nella dotazione della nazionale ce l’abbiamo".

Anni continuativi?

"No, mi avvicinai al tiro con l’arco 17 anni fa per caso, dopo aver gareggiato da giovane nella Self Atletica. Poi alla nascita del secondo figlio mi sono fermata per riprendere da poco durante il Covid, ma con la stessa voglia e lo stesso agonismo di allora".

Quindi famiglia, lavoro, sport e il tempo dove si trova?

"Ho due figli, Alice di 19 anni, oltre ad Alfeo di 12; io poi lavoro con mio marito Stefano, quindi gli orari sono elastici. Però noi siamo una famiglia di arcieri e per di più di camperisti. Quindi quando ci sono le gare si parte tutti assieme e magari dopo le gare si possono fare anche alcuni giorni di vacanza".

Dopo la sosta è davvero tornata alla grande.

"Sì, diciamo che nella mia prima vita sportiva non avevo colto grandissimi risultati. Quest’anno, invece, sono arrivata terza agli italiani di Classe e mi sono guadagnata il posto in nazionale".

Ci spieghi in due parole come funzionano le gare di campagna.

"Nel tiro con l’arco ci sono diverse specialità e anche diversi archi. Proprio per questo mi piace il tiro di campagna: si tira contro sagome che appaiono quando non te l’aspetti, gareggi all’aria aperta, nei boschi, in posti naturali e molto belli".

E se piove o tira vento?

"Se tira un vento normale si gareggia, se piove pure. Se ci sono fulmini ci si ferma e la gara viene sospesa, perché noi usiamo materiali in carbonio e fare da parafulmini non sarebbe molto salutare. In carriera mi è capitata solo una gara sospesa per i fulmini, tra l’altro c’erano dei giovani sul campo di gara".

Torniamo alla sua nazionale? "Io inizio martedì con le qualificazioni e credo che saremo poco più di una ventina. Sono accreditati 27 paesi di tutta Europa, ovviamente non è detto che gareggino in tutte le specialità. Così non dovrebbero esserci eliminati nella prima fase, ma fare bene le qualificazioni vuol dire poi saltare dei turni e magari entrare in semifinale. La gara sarà difficile, e potrebbe anche esserci freddo, sperando che non piova e che il terreno non sia scivoloso e troppo impervio. Io spero di far bene e ce la metterò davvero tutta. Poi a seconda dei piazzamenti individuali i tecnici federali stabiliranno chi farà parte anche della gara a squadre".

Ci resta un dubbio. Perché una persona che sorseggia un caffè al tavolino dovrebbe iniziare a tirare con l’arco?

"Perché è salutare e ti invita a riflettere, a concentrarti e a fermarti un attimo da questa vita sempre di corsa".

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