Carlo Boschi tifoso doc "Cesena ti do sempre tutto"
Un sostenitore storico, in curva da quando ne aveva 18, oggi che ne ha 67 è sotto la Mare ma senza i colori bianconeri non riesce proprio a stare.

di Luca Ravaglia
Servono nuove storie da poter raccontare, per poterle fondere in una memoria collettiva che vive di miti. "Perché oggi, se parlo del gol di Agatino Cuttone a San Benedetto del Tronto l’8 luglio 1987 nello spareggio col Lecce che valse la serie A, tanti non sanno cosa rispondere. Semplicemente perché non c’erano. Erano troppo piccoli, o non erano nemmeno nati". Carlo ‘Carlone’ Boschi, cesenate di 67 anni e storico tifoso, tra i primi a colorare di bianconero gli spalti della Mare.
Boschi e se fosse l’anno buono?
"Speriamo. Di sicuro non sarà facile, perché l’occasionissima per prenderci la promozione l’abbiamo avuta lo scorso anno e non siamo riusciti a sfruttarla. Ora le concorrenti sono tante e insidiose. Speravo in un colpo di mercato ‘esplosivo’, che facesse dimenticare l’amarezza dei rigori con il Lecco. Non è arrivato, vedremo".
Innesti di valore ci sono comunque stati, a partire dai portieri.
"Chiudiamo in fretta la parentesi, che altrimenti mi rimetto a pensare a quello che era successo tra i pali nel recente passato e mi rovino la giornata…".
Qual è il suo Cesena ideale? "Quello che in campo ci mette tutto, quello che lotta su ogni pallone, che soffre, ma che non si arrende mai".
Esempi?
"La cavalcata per la A terminata col gol di Cuttone. O la vittoria a Piacenza che valse la massima serie con Bisoli. Ah, Bisoli… che grinta".
Come nasce il suo amore per la squadra?
"Avevo 18 anni, sono stato tra i primi a far parte del tifo organizzato. Abbiamo una foto recente del nostro gruppo di cui sono molto orgoglioso: amici, amici veri, che da decenni condividono la passione per il Cesena".
E’ ancora in curva?
"Sono sceso dal settore alto a quello basso, ma non cambia niente, sono sempre nel luogo che per me è una seconda casa. Allo stadio arrivo in anticipo, perché voglio godermi ogni momento: ci incontriamo, chiacchieriamo, ci godiamo il momento e poi entriamo insieme. La parte più emblematica è però quella che a fine gara mi vede tornare a casa stravolto. Mia moglie su questo aspetto scherza, ma non posso farci niente: alla partita riverso tutto quello che ho in termini emotivi a favore della squadra".
Fedelissimo sia in casa che in trasferta.
"Ci sono sempre, o quasi. Non andrò a Olbia per impegni lavorativi, ma tante altre volte, pur di seguire la squadra ho preso le ferie. Quando si giocava tutti la domenica era più facile…".
Si è goduto il derby col Bologna?
"Tanti erano elettrizzati. Non io, mi spiace. Io ho nel cuore le sfide in A e in B, altra roba".
Serve tornarci.
"Serve farlo in fretta. Il primo passo è liberarsi della C. Quest’anno sarà durissima, ma noi siamo qui per dare una mano a rendere le cose più semplici. E più belle".
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