Carlo Boschi tifoso doc "Cesena ti do sempre tutto"

Un sostenitore storico, in curva da quando ne aveva 18, oggi che ne ha 67 è sotto la Mare ma senza i colori bianconeri non riesce proprio a stare.

di LUCA RAVAGLIA -
3 settembre 2023
Carlo Boschi tifoso doc  "Cesena ti do sempre tutto"
Carlo Boschi tifoso doc "Cesena ti do sempre tutto"

di Luca Ravaglia

Servono nuove storie da poter raccontare, per poterle fondere in una memoria collettiva che vive di miti. "Perché oggi, se parlo del gol di Agatino Cuttone a San Benedetto del Tronto l’8 luglio 1987 nello spareggio col Lecce che valse la serie A, tanti non sanno cosa rispondere. Semplicemente perché non c’erano. Erano troppo piccoli, o non erano nemmeno nati". Carlo ‘Carlone’ Boschi, cesenate di 67 anni e storico tifoso, tra i primi a colorare di bianconero gli spalti della Mare.

Boschi e se fosse l’anno buono?

"Speriamo. Di sicuro non sarà facile, perché l’occasionissima per prenderci la promozione l’abbiamo avuta lo scorso anno e non siamo riusciti a sfruttarla. Ora le concorrenti sono tante e insidiose. Speravo in un colpo di mercato ‘esplosivo’, che facesse dimenticare l’amarezza dei rigori con il Lecco. Non è arrivato, vedremo".

Innesti di valore ci sono comunque stati, a partire dai portieri.

"Chiudiamo in fretta la parentesi, che altrimenti mi rimetto a pensare a quello che era successo tra i pali nel recente passato e mi rovino la giornata…".

Qual è il suo Cesena ideale? "Quello che in campo ci mette tutto, quello che lotta su ogni pallone, che soffre, ma che non si arrende mai".

Esempi?

"La cavalcata per la A terminata col gol di Cuttone. O la vittoria a Piacenza che valse la massima serie con Bisoli. Ah, Bisoli… che grinta".

Come nasce il suo amore per la squadra?

"Avevo 18 anni, sono stato tra i primi a far parte del tifo organizzato. Abbiamo una foto recente del nostro gruppo di cui sono molto orgoglioso: amici, amici veri, che da decenni condividono la passione per il Cesena".

E’ ancora in curva?

"Sono sceso dal settore alto a quello basso, ma non cambia niente, sono sempre nel luogo che per me è una seconda casa. Allo stadio arrivo in anticipo, perché voglio godermi ogni momento: ci incontriamo, chiacchieriamo, ci godiamo il momento e poi entriamo insieme. La parte più emblematica è però quella che a fine gara mi vede tornare a casa stravolto. Mia moglie su questo aspetto scherza, ma non posso farci niente: alla partita riverso tutto quello che ho in termini emotivi a favore della squadra".

Fedelissimo sia in casa che in trasferta.

"Ci sono sempre, o quasi. Non andrò a Olbia per impegni lavorativi, ma tante altre volte, pur di seguire la squadra ho preso le ferie. Quando si giocava tutti la domenica era più facile…".

Si è goduto il derby col Bologna?

"Tanti erano elettrizzati. Non io, mi spiace. Io ho nel cuore le sfide in A e in B, altra roba".

Serve tornarci.

"Serve farlo in fretta. Il primo passo è liberarsi della C. Quest’anno sarà durissima, ma noi siamo qui per dare una mano a rendere le cose più semplici. E più belle".

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