Cesena, a Pontedera ritroverai Luca Lewis: "Vorrei tornare per dimostrare quanto valgo"
Il portiere ora in forza ai toscani, ripercorre l’annata passata fra rimpianti, amarezze e delusioni e per venerdì prevede una bella partita

di Stefano Benzoni
Un calendario birichino ed il destino, che bene o male ci mette sempre lo zampino, porrà Luca Lewis sulla strada del suo ex Cesena gia alla seconda partita dei bianconeri (3ª giornata in realtà) in questa stagione, la trasferta di venerdì in terra toscana. Il figlio dell’ex copresidente Robert ora difende la porta del Pontedera, società che l’ha accolto in prestito nello scambio che ha portato Alessandro Siano in Romagna.
Robert, come si trova a Pontedera?
"Molto bene. La città è piccola, il posto è molto tranquillo e mi hanno accolto tutti molto bene fin dal primo giorno, dal mister, ai dirigenti e anche i compagni".
Che differenze ha trovato finora rispetto a Cesena?
"Cesena è una città più grande e per il calcio è una piazza importante. Qui lo stadio è più piccolo, non ci sono troppi tifosi, c’è grande tranquillità ed è il posto ideale nel quale un giovane può crescere, senza troppe pressioni".
Le è dispiaciuto lasciare Cesena?
"Sì, molto. Sono dispiaciuto perché avrei potuto aiutare di più la squadra e contribuire in vari modi. Però sono ancora un giocatore del Cesena, sono in prestito e vedremo a fine stagione cosa succederà".
Le piacerebbe tornare?
"Sì perché vorrei far vedere ai tifosi bianconeri quanto valgo. So di avere commesso errori ma quando sono sceso in campo non ero mai tranquillo e quando questo succede è difficile per un giocatore rendere al meglio".
Che giudizio può dare dell’annata passata?
"E’ stata una stagione molto importante: una società nuova, uno staff nuovo, un allenatore nuovo, 18 giocatori nuovi. E alla fine siamo arrivati a soli 2 punti dalla Reggiana, vale a dire ci sarebbe bastata solo una vittoria in più. Siamo arrivati in semifinale e lì siamo stati un po’ sfortunati: se avessimo segnato un gol in più a Lecco saremmo andati in finale e ce la saremmo giocata contro il Foggia. La promozione era possibile. Quello che la gente non ha capito è che se i tifosi erano dispiaciuti noi lo eravamo come loro se non di più".
Molti hanno parlato di fallimento
"Non sono d’accordo. A me è mancata un po’ di tranquillità e di sicurezza, perché al minimo errore sono stato criticato con parole anche cattive. Ma i tifosi hanno il diritto di pensarla alla loro maniera e i giornali di scrivere quello che credono".
Rifarebbe la scelta di venire a Cesena?
"La scelta era giusta, era il contesto che è stato sbagliato. Nel mio percorso professionale dopo il Torino e i New York Red Bulls la serie C italiana era una graduale crescita. Certo Cesena è una piazza particolare e la presidenza di mio padre non ha aiutato".
Cosa è andato storto?
"Di certo non mi ha aiutato l’andirivieni in porta. Quando sono arrivato il mister mi ha detto: ’Non aspettarti nulla di certo, però te la giochi’. In ritiro sono andato bene anche meglio di Minelli, infatti ho giocato a Venezia. Poi ho giocato contro Carrarese, Rimini e Torres e contro i sardi avrei potuto sicuramente fare meglio. Poi sono finito in panchina ed al mio posto è entrato Tozzo, un portiere appena arrivato che non aveva fatto la preparazione e lo dico perché con Andrea ho sempre avuto un bellissimo rapporto. Quando un giocatore finisce in panchina mentalmente non lo aiuti di certo. Poi sono rientrato e poi sono uscito ancora. Un giocatore, e soprattutto un portiere, non può giocare con la paura, la tensione e la pressione che al primo errore non giocherà più".
Il Cesena non è andato in B per questo motivo?
"La gente a Cesena lo pensa, si è fissata ma non siamo rimasti in C per questo".
Come portiere non era molto considerato.
"So che tutti pensano che io sia scarso e che giocavo per la questione di mio padre, ma questo non era vero e queste parole mi hanno fatto soffrire perché non erano giuste e non erano la verità. Vorrei tornare un domani e far vedere a tutti chi è Luca Lewis, dimostrando che non sono quello che hanno visto".
Cosa succederà venerdì...
"Sarà una bella partita perché si troveranno due squadre diverse: noi siamo giovani e ci piace giocare palla; il Cesena invece è esperto, fisico, ti aggredisce".
Rivedrà qualcuno con particolare piacere?
"Tutti, perché, ho avuto rapporti ottimi con chiunque. Eravamo un bel gruppo, molto unito. Quante cene di squadra abbiamo fatto. C’è però qualcuno che sarò contento di non vedere..."
Vale a dire?
"Stiven Shpendi. Come portiere meglio non trovarselo di fronte".
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