Elia Petrelli: rinascita a Forlì e promozione in Serie C

Elia Petrelli racconta la sua rinascita calcistica a Forlì, culminata con la promozione in Serie C e 13 gol stagionali.

di MARCO LOMBARDI
26 aprile 2025
Elia Petrelli la scorsa settimana dopo il gol con cui il Forlì, battendo 1-0 la Pistoiese, è salito in C. Con lui i compagni di tridente Davide Macrì e Nicola Farinelli (Callegari)

Elia Petrelli la scorsa settimana dopo il gol con cui il Forlì, battendo 1-0 la Pistoiese, è salito in C. Con lui i compagni di tridente Davide Macrì e Nicola Farinelli (Callegari)

"Sono venuto a Forlì pensando che fosse l’ultima spiaggia". Elia Petrelli si confessa a cuore aperto: riprese le redini di una carriera promettentissima che si era però accartocciata, colpa di stagioni randagie che ne avevano minato la fiducia, il 23enne centravanti di Savignano sul Rubicone scuola Cavalluccio, con prestigiosi trascorsi zebrati e cartellino del Genoa, è rinato alla corte di mister Miramari, si è fatto frontman e ha stretto una nuova alleanza con il gol (ben 13), trascinando i biancorossi in quella serie C dalla quale mancavano da troppo tempo.

"Dopo anni bui – spiega Petrelli –, dovevo dimostrare qualcosa a me stesso, perché chi mi è stato accanto – la madre in primis, che definisce "la mia prima tifosa" – ha sempre creduto nelle mie potenzialità. Non nego che l’inizio è stato complicato: ero fuori condizione e non giocavo mai. Un passo alla volta, però, sono arrivato e alla fine posso dire di aver disputato una bella stagione".

Merito anche di mister e compagni, che "mi hanno accolto bene e dato una grande mano, supportandomi e pure sopportandomi quando facevo i capricci. In particolare ringrazio Gaiola, Macrì, Rossi e Farinelli, che non mi hanno mai fatto mancare il loro appoggio nei momenti di sconforto". E poi "mi ha aiutato parecchio tornare a casa...".

La conquista della promozione da attore protagonista ha rappresentato "la prima volta" del bomber: "Non avevo mai vinto niente in carriera, forse non c’ero nemmeno andato vicino... Però non è stato un risultato inaspettato, visto il percorso della squadra e la mentalità acquisita". La coesione del gruppo, legato al vate felsineo da un rapporto simbiotico, "ha fatto la differenza. Il mister è stato molto importante perché, al di là dell’impronta di gioco, si è fidato di noi e l’abbiamo ripagato".

La soddisfazione più grande? "Vedere i miei compagni contenti e regalare una gioia alla mia famiglia e alla mia fidanzata". Passando in rassegna i frammenti di una stagione coi fiocchi, Petrelli individua nel filotto di quattro gare vinte di misura (1-0), anche soffrendo, il momento decisivo: "Lì abbiamo capito di potercela fare".

Due, invece, i gol più pregevoli messi a segno: "La punizione che ha sbloccato il risultato a Pistoia e il destro sotto la traversa con la Cittadella Vis Modena", afferma il bomber. Che aggiunge: "Quest’ultimo è stato anche il mio gol più pesante, insieme a quello che ci ha permesso di vincere lo scontro diretto col Tau".

Ora restano due giri alla bandiera a scacchi del campionato e, nonostante la meta sia stata raggiunta, Ep7 – così l’hanno ribattezzato i tifosi biancorossi – non si tira indietro: "Giocheremo per vincere anche contro San Marino e Imolese", per poi prendere parte alla platonica diavoleria chiamata Poule Scudetto.

Nel mentre Petrelli, il cui nome è spuntato tra le carte dell’inchiesta milanese sul giro di scommesse online illegali che vede coinvolti diversi giocatori professionisti – impossibile però strappargli una dichiarazione, stante il veto posto dalla società – non chiude la porta al rinnovo del prestito. Sì, perché il 30 giugno il centravanti rientrerà al Genoa, ma sotto la Lanterna sarà solo di passaggio. "Ci fossero i presupposti per restare, fare bene e divertirsi come quest’anno, ci incontreremo, ne parleremo e magari darò la mia disponibilità... Adesso, però – conclude –, lasciatemi godere la vittoria del campionato".

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