Forlì eliminato dalla Poule Scudetto: il sogno tricolore sfuma a Livorno
Il Forlì esce dalla Poule Scudetto dopo la sconfitta 3-1 contro il Livorno. Fabrizio Lilli riflette sulla stagione e il futuro.

Fabrizio Lilli, 21 anni e scuola Roma, al Forlì dal Cesena: per lui 5 gol (Callegari)
Quel gol a coronamento di uno slalom ubriacante tra i difensori del Livorno aveva illuso il Galletto di farla franca all’’Ardenza’ – al Forlì sarebbe bastato persino perdere col minimo scarto per andare alle semifinali della Poule Scudetto –, ma una magia dell’intramontabile Dionisi e una stecca dagli undici metri di Trombetta hanno vanificato gli sforzi di Fabrizio Lilli, 21enne mezzala capitolina, scrivendo la parola fine sull’esaltante stagione biancorossa 2024-25.
Lilli, il suo quinto gol stagionale non è bastato per prolungare il sogno tricolore del Forlì, sconfitto 3-1 a Livorno.
"Purtroppo no. Eppure pensavo che sarebbe stato sufficiente, visto che potevamo permetterci anche di perdere di misura. Peccato, vincere la Poule Scudetto era un nostro obiettivo".
L’impressione è che gli amaranto ci abbiano creduto di più.
"Direi piuttosto che quando il Livorno si è affacciato in avanti ha concretizzato tutte le occasioni create: è stata questa la chiave della partita".
E adesso che succede: resta a Forlì?
"Mi farebbe molto piacere, anche se è impossibile prevedere quelle che saranno le dinamiche del mercato: è ancora presto per parlarne".
Col senno del poi, si sarebbe aspettato un minutaggio più consistente rispetto ai 906’ giocati in campionato?
"Sì, soprattutto a inizio stagione. Poi però proprio nel momento in cui stavo giocando ho rimediato un infortunio e al rientro ho trovato meno spazio, anche perché la squadra andava forte. Detto ciò, il mister ha deciso così e alla fine ha avuto ragione lui perché il Forlì ha vinto: questo è l’importante".
Com’è il bilancio della sua avventura biancorossa?
"Positivo. Eravamo partiti per disputare un campionato di vertice e lo abbiamo vinto. E pure a livello personale, quando sono stato chiamato in causa, mi sono sempre fatto trovare pronto. Certo, volevo fare di più, ma va bene così".
Cos’ha provato al triplice fischio della gara casalinga con la Pistoiese?
"Una soddisfazione indescrivibile, pari soltanto alla vittoria nel derby di ritorno contro il Ravenna, in uno stadio gremito come qua da anni non si vedeva".
Dovesse lasciare Forlì, cosa le mancherebbe di più?
"Se le nostre strade dovessero separarsi, mi dispiacerebbe perché qui ho trascorso un anno veramente fantastico, in cui coi compagni si è creato un legame solido e profondo. La città è tranquilla e per giocare a calcio rappresenta l’ambiente ideale. Sono stato bene".
Il Forlì torna tra i professionisti dopo un lungo esilio: lei ritiene che questa squadra, pur coi dovuti correttivi, sia in grado di reggere l’urto con la categoria superiore?
"Con qualche acquisto mirato, questo organico può essere pronto per la C. Certo, bisognerà vedere cosa si potrà fare sul mercato, ma con un mister come Miramari sono convinto che il Forlì potrà ben figurare anche in Lega Pro".
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