Forlì trionfa con Colombo in porta: tredicesima vittoria consecutiva in Serie C

Il Forlì vince a Cattolica con Colombo in porta, raggiungendo la tredicesima vittoria consecutiva in Serie C.

di MARCO LOMBARDI
29 aprile 2025
Il Forlì vince a Cattolica con Colombo in porta, raggiungendo la tredicesima vittoria consecutiva in Serie C.

Il Forlì vince a Cattolica con Colombo in porta, raggiungendo la tredicesima vittoria consecutiva in Serie C.

Cambiando l’ordine dei portieri, il risultato non cambia. Alessandro Miramari applica la proprietà commutativa: rinuncia per una volta al numero uno (di fatto, sulla maglia il 22) Martelli a vantaggio del numero 33 Colombo – 24enne nipote d’arte, ravennate di nascita ma sammarinese di nazionalità – e il Forlì non ne risente. Alla prima uscita coi galloni da neopromossa in C, la capolista cala il tris a Cattolica, domicilio pro-tempore del San Marino, mantiene casta la porta e fa 13. Tante sono le vittorie consecutive affastellate dal caterpillar biancorosso.

Edoardo Colombo, al ‘Calbi’ il Forlì ha suonato la tredicesima sinfonia.

"Un risultato importante, che certifica la nostra mentalità vincente. L’appagamento nello sport non porta a niente".

Da portiere della Nazionale sammarinese, che effetto le ha fatto sfidare il Titano?

"Una bella sensazione, mi dispiace solo di non aver potuto incontrare due miei compagni di nazionale che sono fuori per infortunio, ai quali auguro il meglio e, soprattutto, la salvezza perché la meritano".

Tolte le sporadiche iniziative di Passewe, un pomeriggio di relativa tranquillità.

"La mia è stata una partita prettamente di gestione, fatta salva qualche uscita alta".

Cosa l’ha fatta desistere dal convertirsi al vistoso look platinato sfoggiato da alcuni suoi compagni per il balzo in C?

"Diciamo che non ho voluto cedere alla tentazione... (ride)".

Secondo gettone di presenza col Forlì: si aspettava di trovare più spazio?

"Quando ho firmato a novembre sapevo perfettamente che avrei faticato per giocare, ma penso di aver fornito ugualmente il mio contributo. Anche da fuori".

Facciamo un passo indietro: cosa l’ha spinta a sposare la causa del Galletto?

"La fiducia che mi ha trasmesso la società, dopo un periodo non facile in cui ero rimasto fermo, e la proposta di gioco del mister, che mi ha aiutato sotto molti punti di vista".

Nonno Antonio, già difensore del Forlì, in serie C, negli anni 60, ha approvato la scelta?

"Era molto felice, in primo luogo perché avevo trovato una squadra, dopo essere rimasto svincolato per quasi tre mesi, e poi perché vivendo lui a Forlì poteva venire a vedermi".

Che ne pensa di Martelli?

"Prima di essere un bravissimo portiere è un bravo ragazzo, con tanta voglia di lavorare per migliorarsi. Ha disputato un grande campionato e gli auguro il meglio per il suo futuro e la sua carriera".

Pur essendo ancora giovane, lei ha già acquisito una certa esperienza in serie C: quanto è alto lo scalino che separa i pro dai dilettanti?

"Sicuramente ci sono delle differenze, a livello tecnico e d’intensità, ma non così marcate. Comunque, avendo militato in D nel girone H con la Cavese e quest’anno nel D con il Forlì, credo di poter dire che la qualità delle migliori squadre di quarta serie si avvicini molto a quella delle compagini di C".

Che progetti ha per la prossima stagione?

"Manca ancora una partita per completare il campionato, poi dovremo giocare la Poule Scudetto. Ci sarà tempo per incontrarsi e parlare del futuro. Ora mi preme solo chiudere bene la stagione, magari vincendo anche il tricolore".

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