Granata, il match rivisto in tre fasi Tutte le mosse vincenti di Canzi
La partita contro il Sestri Levante (finito 2-0) valutata tramite le scelte tattiche dell’allenatore del Pontedera
Da quest’anno proviamo a raccontare ogni partita del Pontedera anche dal punto di vista tattico, in modo da capire meglio (o almeno di tentarci) quali sono stati i momenti o le mosse-clou del match. Cominciamo quindi dal 2-0 al Sestri Levante, partita che può essere divisa in tre macro-fasi.
Prima fase: 1°-45° minuto. Il Pontedera ha preparato la partita contro il previsto 4-3-1-2 dei liguri, i quali, pur cambiando qualche nome nello schieramento titolare, hanno mantenuto il loro assetto. Così per tutti i 45’ la squadra di Canzi ha saputo perfettamente cosa fare, sia in chiave offensiva che difensiva. Infatti Lewis non ha mai rischiato perché i compagni hanno bloccato ogni tentativo avversario chiudendo puntualmente sui riferimenti, concedendo solo un paio di cross. In fase offensiva Benedetti e Catanese andavano in verticale centralmente perché le mezzali del Sestri erano impegnate sui "quinti" del Pontedera, ossia gli esterni Perretta e Angori, i quali da parte loro potevano trovare spazio in avanti grazie ai movimenti dei due trequartisti, Ianesi e Delpupo, collaborando così in appoggio con Nicastro. Come accaduto in occasione della palla-gol calciata fuori di poco da Angori. Nei primi 45’ il Pontedera ha mostrato di saper interpretare bene la partita dal punto di vista tattico.
Seconda fase: 46°-64° minuto. Con due cambi nell’intervallo il Sestri è passato al 4-2-3-1 andando a giocare uomo su uomo sui tre centrali difensivi del Pontedera (Calvani, Espeche e Guidi) e su Benedetti, con l’obiettivo di chiudere le giocate dei granata e non farli arrivare sui quinti. In più hanno alzato l’aggressività, un atteggiamento che ha messo in difficoltà il Pontedera, già stanco per un primo tempo ad altissima intensità e non più puntualissimo nelle uscite. Quindi in ritardo sulle giocate ospiti. L’occasione concessa a Gala (respinta di piede da Lewis) è stata il campanello d’allarme, il segnale che bisognava cambiare qualcosa.
Terza fase: 65°-90° minuto. Così Canzi al 65° ha deciso di inserire Martinelli per uno stanco Calvani piazzandolo sul neo entrato Busatto e risistemando le marcature difensive con Espeche su D’Antoni e Guidi su Gala, i due esterni d’attacco che con il trequartista Candiano formavano la batteria offensiva dei liguri. Il contemporaneo ingresso di Paudice (per Delpupo) non ha portato variazione del modulo, rimasto sempre il 3-4-2-1, perché la difficoltà dei granata non era figlia dell’atteggiamento tattico, ma di ritardi sui tempi di uscita difensiva (a loro volta causati dalla stanchezza) e quindi andavano cambiate solo le caratteristiche del modulo. Paudice ha permesso di tenere qualche palla in più e far salire la squadra, consentendo al Pontedera di alzarsi, di tenere vicini i reparti e di non allungarsi, portando quella fisicità e brillantezza necessarie ma venute a mancare. Una mossa riuscita, perché ha tolto al Sestri la forza offensiva avuta fino a quel momento.
Stefano Lemmi
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