Il caso in Prima Categoria. Le porte della discordia, l’Aurora fa ricorso
La partita Grosio-Aurora Olgiate è stata decisa a tavolino a causa delle porte non fissate al terreno, nonostante l'omologazione del campo da parte della FIGC. Il Grosio è scandalizzato e farà ricorso, poiché ritiene che il parere dell'arbitro non sia stato preso in considerazione.
Le porte da gioco sono pericolose. E così il Grosio perde la partita a tavolino. Episodio assai curioso ma anche controverso quello che riguarda la partita Grosio – Aurora Olgiate (prima categoria, girone C) del 17 settembre. Prima dell’inizio dell’incontro, i dirigenti dell’Aurora Olgiate hanno chiesto all’arbitro "di verificare la regolarità delle porte, poiché non debitamente fissate al terreno…". Questo su un campo che ha avuto l’omologazione dalla FIGC ad agosto e che ha ospitato in estate il ritiro estivo della Pro Patria (serie C). Il campo di Sondalo ha delle porte amovibili, fissate a norma (altrimenti la FIGC non avrebbe dato l’omologazione). L’arbitro riscontra il problema e, su richiesta della società ospitante, chiede "l’intervento di un tecnico… il quale appone dei picchetti". L’Aurora Olgiate accetta di giocare (quindi ritenendo che non ci siano pericoli) e il match finisce con il successo del Grosio per 3-2. L’Aurora fa ricorso. Il giudice di primo grado lo respinge, ritenendo che "il referto dell’arbitro e sue successive eventuali osservazioni siano una fonte primaria privilegiata di prova e costituiscono il fondamento delle decisioni degli organi disciplinari".
L’Aurora fa ricorso al giudice di secondo grado che ribalta la sentenza infliggendo al Grosio lo 0-3 a tavolino ritenendo che "il mancato ancoraggio dei pali al terreno e la soluzione temporanea adottata non fossero in grado di garantire il rispetto della regola n.1.10 del regolamento…". "Siamo scandalizzati da questa decisione – dice il presidente del Grosio Piermartino Pini – e faremo ricorso perché ci chiediamo quale sia la nostra colpa vista l’omologazione del campo, con quelle porte, avvenuta un mese prima. E, soprattutto, ci chiediamo se conti ancora qualcosa, in tal senso, il parere dell’arbitro che ha fatto incominciare l’incontro, senza nessuna obbiezione da parte dei dirigenti e giocatori dell’Aurora. E’ una questione di principio…".
Fulvio D’Eri
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