Il Pontedera e la federazione: "Servono severe modifiche". Il futuro della Figc, parla Bargagna, direttore organizzativo della società granata: "Serve una riforma strutturale che agisca anche sui costi spesso insostenibili"

Mentre il Pontedera si prepara a fa visita alla capolista Entella (domani sera), nelle prossime ore la parte bassa della...

di STEFANO LEMMI
6 marzo 2025
Il Pontedera e la federazione, ecco il pensiero del dirigente Bargagna

Il Pontedera e la federazione, ecco il pensiero del dirigente Bargagna

Mentre il Pontedera si prepara a fa visita alla capolista Entella (domani sera), nelle prossime ore la parte bassa della classifica del girone B subirà una modifica con la penalizzazione della Lucchese per inadempienze. Un problema, quello delle penalizzazioni, che coinvolgerà pure Triestina (A), Messina, Turris e Taranto (C) e di cui parliamo con Andrea Bargagna, direttore organizzativo del Pontedera, che rappresenta anche nelle assemblee di Lega.

Bargagna, quali possono essere i rimedi?

"Certamente siamo in un momento complicato, ma la bacchetta magica non ce l’ha nessuno. Servono severe modifiche di sistema, ma sono valutazioni che dovrà fare il sistema calcio al proprio interno".

E’ solo la Serie C ad essere in crisi oppure tutto il calcio?

"La crisi non riguarda solo la Serie C ma anche le categorie superiori. La terza serie è certamente parte di un sistema dove però è la sola Figc a poter redigere una normativa più severa ed imporre stringenti criteri di iscrizione".

Come può intervenire il governo?

"Il ministro dello sport Abodi, confermando la piena stima e fiducia nel presidente Marani, ha recentemente centrato il problema, perché in crisi non sono solo i club, ma anche l’intero tessuto economico delle città, che faticano a sostenere le società calcistiche, e il ministro ha rimarcato il bisogno di riforme. Per il resto la rielezione del presidente federale Gravina dà continuità alla governance. A lui il difficile compito di ricercare una maggiore coesione tra le leghe e le altre componenti e fornire al sistema calcio stabilità e sostenibilità".

Quando cita le riforme allude alla riduzione dei club di serie C?

"E’ un vecchio tema. In passato è stata eliminata la C2 con molti club tagliati e non mi sembra che ciò abbia risolto i problemi. Serve una riforma di tipo strutturale che agisca anche sui costi, nella maggior parte dei casi divenuti insostenibili per i presidenti. Ma se da un lato si dovranno fornire alle società strumenti utili per contenere i costi, dall’altro le società dovranno garantire di poter onorare completamente tutti gli investimenti di una intera stagione e richiesta una maggiore solidità nel lungo periodo".

Come si può arginare il problema di proprietà che si rivelano poi scatole vuote?

"Questa è un’altra esigenza attuale e la cui soluzione è improcrastinabile. La Figc dovrà creare un sistema di selezione sulle nuove proprietà, garantendo sostenibilità, trasparenza e solidità. Come qualsiasi azienda i passaggi di società sono disciplinati dalla legge ordinaria mentre il controllo della Figc dalle Noif, e oggi è difficile far coesistere le due normative senza che si creino cortocircuiti".

Stefano Lemmi

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