La Fermana si lecca le ferite ma è polemica. Dopo il ko casalingo tifosi su tutte le furie

Forti contestazioni e una pazienza logorata ma gli animi erano già tesi prima del match. E ora parte l’esame su che cosa non va

di Redazione Sport
21 novembre 2023

La Fermana si lecca le ferite ma è polemica. Dopo il ko casalingo tifosi su tutte le furie

Bisogna ritornare su quanto successo in casa Fermana dopo la partita persa al Recchioni contro l’Arezzo per 2-3. Forti contestazioni e una pazienza logorata. Gli animi erano già tesi prima del match. I tifosi gialloblù nel giorno della rifinitura erano entrati negli spogliatoi per parlare con la squadra e provare a dargli una svegliata. Un gesto che non sarebbe stato troppo gradito da Protti e giocatori, e questo spiega anche le parole rabbiose dell’allenatore alla vigilia del match.

Domenica i giocatori vengono accolti da uno striscione più che eloquente: "Il nostro assiduo sostegno per il vostro scarso impegno. Onoratela". Gran parte della tensione però nasce dal gol del secondo pareggio segnato da Gianvito Misuraca. Il centrocampista esulta con una forte vena polemica zittendo prima i tifosi e poi la panchina, forse prendendosela proprio con Protti. Guccione però segna ancora dopo un minuto e mezzo e l’Arezzo è l’ennesima squadra che se ne va via da Fermo con i tre punti. Nel finale del match si è creata una situazione paradossale con Misuraca che veniva preso di mira dai "suoi" tifosi quando prendeva palla. La tensione è continuata anche nel post-partita. I giocatori sono andati sotto la tribuna e la contestazione è arrivata direttamente verso la squadra, sempre più ultima in classifica. Misuraca sotto la tribuna cerca di scusarsi ma continua a essere bersagliato. Le forti polemiche si sono poi spostate verso la tribuna centrale dove c’era la famiglia Simoni e la dirigenza, che è scesa davanti la laterale. Hanno provato a chiedere scusa ma, comprensibilmente, non è bastato per placare i tifosi gialloblù. Clima infuocato che si è riversato anche fuori dal Recchioni, con un importante gruppo di tifosi che ha aspettato la squadra all’uscita degli spogliatoi (con le forze dell’ordine schierate) per un nuovo confronto. Indiziato speciale Misuraca, che avrebbe ribadito le sue scuse per quel gesto da far accapponare la pelle verso una tifoseria che da mesi viene presa a pesci in faccia. Il problema di base però riporta a uno vecchio striscione: "Se solo sapeste quanto vale per noi quella maglia, morireste in campo pur di onorarla". La frustrazione dei tifosi deriva dal fatto che la maglia che oggi indossano questi giocatori rappresenta oltre 100 anni di storia e su quella c’è ogni singola goccia di sudore di chi ha dato letteralmente la vita per questa squadra.

Eppure, sembra che il messaggio non arrivi. Il problema non è tanto l’ultima posizione in classifica, ma come la squadra ci è arrivata e come non sta facendo abbastanza per quantomeno provare a levarcisi. Se poi quelli che scendono in campo peccano anche di umiltà e di buon senso, tanto vale tornare a giocare a Mogliano.

Filippo Rocchi

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