La scommessa Vis Nova: "Voglio lasciare il segno"
Calcio Promozione, mister Raspelli da Concorezzo a Giussano: "Vedo qualità"

L’allenatore Gabriele Raspelli
Non ha un compito semplice Gabriele Raspelli in quel di Giussano. Perché assumersi la responsabilità di una squadra quasi tutta nuova, necessariamente rivoluzionata - anche con l’arrivo da Cinisello del direttore sportivo Giuseppe Zora e di cinque giocatori chiave - dopo una stagione totalmente fallimentare e reduce da due retrocessioni in tre anni, nasconde parecchie insidie.
La classica sfida che il tecnico che nell’ultima stagione ha portato fino al secondo turno dei playoff la Concorezzese a sorpresa ha raccolto volentieri. E che gli permetterà di guidare una squadra importante per il territorio come la Vis Nova. Nel campionato di Promozione l’undici di Giussano è chiamato a recitare un ruolo da protagonista. Ma soprattutto è “obbligato“ a far dimenticare alla piazza le delusioni dell’Eccellenza. Nei suoi trascorsi da allenatore, Raspelli ha messo nel curriculum Calvairate, Rhodense e Bresso.
Mister, la prima domanda è d’obbligo: quali sono state le motivazioni per lasciare Concorezzo dove si stava costruendo partendo da solide basi e scegliere Giussano dove si arriva da una brutta annata?
"Devo dire che appena mi sono confrontato con la società, il progetto mi è piaciuto immediatamente oltre alle persone con cui andrò a collaborare. Con il direttore Beppe Zora a dire il vero è un po’ di tempo che ci sentiamo, poi a maggio si è trovata una quadra. Vero, è una scelta che definirei quantomeno impegnativa, non era semplice lasciare un ambiente in cui eravamo riuscire a fare davvero bene. Io però sono di natura una persona particolarmente ambiziosa, con tanta voglia di fare e di lasciare il segno nelle cose in cui faccio. Quindi, potrei dire che quando è arrivata la proposta della Vis Nova ho accettato senza troppe esitazioni".
Conosce bene la categoria in cui dovrete misurarvi, che campionato sarà?
"Difficile, molto equilibrato, combattuto. È un campionato dove tradizionalmente anche chi sta sotto ti sa dare fastidio. Ma noi abbiamo sufficiente qualità e la necessaria esperienza per ben figurare. Sono fiducioso".
Il modulo non cambierà, giusto?
"Dipende sempre dalle caratteristiche dei giocatori, ma anche degli avversari che di volta in volta ci troveremo davanti. Ma di norma parto da una difesa a tre uomini. Può essere un 3-5-2 o un 3-4-1-2. Vedremo…".
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