Matteo Possanzini guida la Maceratese alla promozione in Serie D
Possanzini celebra la promozione della Maceratese in Serie D, sottolineando il successo del suo sistema di gioco.

Possanzini celebra la promozione della Maceratese in Serie D, sottolineando il successo del suo sistema di gioco.
"La vittoria del campionato era la condizione per proseguire il rapporto". È quanto dice Matteo Possanzini, allenatore della Maceratese, e quindi ci sono le premesse perché rimanga alla guida dei biancorossi in D. "Saranno i direttori e il presidente a stabilire gli obiettivi, poi – aggiunge – sul piano tecnico ci confronteremo. L’idea iniziale era di gettare le basi per un programma di più anni".
Possanzini, lei è partito con il piede giusto a Macerata. Alcuni giocatori hanno detto di non avere mai adottato questo tipo di gioco, come è riuscito a convincere tutti della bontà del suo sistema?
"La dirigenza e il direttore generale Serangeli hanno sposato la mia idea quando sono stato scelto, prendendo un allenatore etichettato come integralista e che difficilmente era capace di vincere, poi con il direttore sportivo De Cesare siamo stati bravi a selezionare calciatori funzionali al sistema di gioco e i ragazzi mi sono venuti dietro. A ciò aggiungiamo che i risultati hanno alimentato la fiducia".
Adesso si è tolto l’etichetta di un tecnico non vincente.
"Non so se l’ho tolta, comunque sia non la ritenga veritiera perché comunque ho vinto e spesso sono arrivato sul podio, poi c’è anche da dire che molto dipende dal tipo di squadra che si allena. Credo che le etichette siano scomode per chi le appiccica".
Domenica è stato tagliato il traguardo della serie D, ci ha sempre creduto anche nei momenti più complicati?
"La speranza è stata sempre coltivata, magari rispetto ad altre precedenti esperienze è stata abbinata la qualità di gioco a una pericolosità costante. I gol realizzati (49) dimostrano quanto la Maceratese sia stata redditizia sotto rete. Io sono sempre stato convinto che le scelte fatte avrebbero portato a determinati risultati".
La Maceratese non si è mai nascosta, cosa vi ha dato giocare a carte scoperte rispetto ad altre realtà che hanno preferito un’altra linea?
"È un’ottima base quando una piazza come Macerata si pone un simile traguardo, ciò ha fatto pretendere a me e ai giocatori il massimo da noi stessi".
Non sono mancati i momenti difficili, come capita a qualsiasi realtà, alla fine cosa ha fatto la differenza?
"Ritengo che siamo stati più continui, anche se in una piazza come Macerata le sconfitte, peraltro poche, vengono amplificate. Ma chi fa sport sa quanto sia difficile vincere una gara, noi non abbiamo avuto un budget superiore rispetto a tante altre importanti realtà della categoria, siamo stati abili a scegliere giocatori funzionali al sistema di gioco, a condividere tutto, a parlare chiaro e ad avere un ambiente compatto: sono aspetti che fanno la differenza nelle fasi delicate di una stagione. I dati dicono che sia stata migliore la nostra gestione dopo i momenti difficili, K Sport ha avuto difficoltà quando era prima pareggiando in casa contro la Sangiustese e perdendo poi a Urbino".
Il campionato è stato un percorso a tappe, quali sono state le più significative?
"In ogni corsa – dice Possanzini – ci sono momenti decisivi, penso alla successiva risposta dopo la sconfitta casalinga nei minuti finali contro la Sangiustese, alla vittoria interna contro la K Sport quando siamo andati a +7, un vantaggio che ci ha permesso di gestire i tanti infortuni potendo contare su quel cuscinetto di punti da giocarci nelle fasi complicate. Penso agli infortuni, Lucero e Gagliardini che sono stati out nelle ultime gare delicate e importanti del campionato, Albanesi che ha saltato 20 partite, Nasic che si è rotto il crociato, ma non abbiamo cercato alibi con una società che ci ha messo nelle condizioni di avere comunque un organico all’altezza degli obiettivi. Penso poi anche a come la squadra ha reagito dopo la sconfitta a Urbino che ha chiuso una lunga parentesi di risultati positivi".
Come è stato accolto il rinvio di una settimana dello spareggio?
"Non ci ha agevolato, magari abbiamo perso energie dopo la vittoria nell’ultima gara di campionato contro il Monturano e da avere raggiunto questa possibilità, però alla fine è andata bene. Quei momenti dopo la vittoria nello spareggio sono stati veramente belli e piacevoli, direi indimenticabili".
Salvezza a Mantova e vittoria con la Maceratese: a casa Possanzini non sono mancate le occasioni per festeggiare in questi giorni.
"Babbo è stato orgoglioso di me e di Davide (tecnico del Mantova), che si è salvato in B, dopo avere portato i lombardi dalla C nei Cadetti, mettendosi alle spalle squadre del calibro di Samp, Salernitana e Frosinone. Per me Davide è stato anche un punto di riferimento pure quest’anno".
È stato un anno emozionante.
"Tantissimo, da brividi vedere molte persone ad Ancona e poi in piazza a festeggiare per la promozione in D".
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