Patrignani spinge il Cesena contro la Torres: "Sarà una grande gara ma non decisiva"

L’ex patron bianconero per domenica prevede una sfida accesa. "Noi tifosi, la città e l’ambiente stiamo stanchi di questa serie C"

13 dicembre 2023
Patrignani spinge il Cesena contro la Torres: "Sarà una grande gara ma non  decisiva"

Patrignani spinge il Cesena contro la Torres: "Sarà una grande gara ma non decisiva"

di Luca Ravaglia

Corrado Augusto Patrignani, presidente della Confcommercio cesenate ed ex patron del Cavalluccio prima dell’avvento della società a base statunitense, il suo posto fisso nella tribuna dell’Orogel Stadium Dino Manuzzi resta intoccabile. "Non c’è posto migliore dove vorrei essere durante una partita del Cesena. E’ sempre stato così, perché sono tifoso da sempre, ma quest’anno in particolare andare allo stadio è davvero un gran divertimento".

Ci sarà anche domenica in occasione del big match contro la Torres?

"Non vedo l’ora e prevedo anche una grande partita".

Vuole prevedere anche quale sarà il risultato?

"Quello no, ma ho le idee molto chiare in proposito".

Sentiamo.

"Ovviamente non sarà una gara decisiva. Serve essere realisti: a metà dicembre manca ancora una vita prima della fine del torneo. Dunque la cosa fondamentale è restare lucidi e sicuri dei nostri mezzi. Siamo primi con due punti di vantaggio, se anche dovesse andare male, pazienza, non cambierebbe niente. Una squadra come la nostra ha tutte le capacità per farsi trovare in fondo al campionato davanti a tutti, a prescindere dal risultato di un singolo match".

E se invece dovesse andare bene?

"Eh beh… (sorride, ndr). Anche in quel caso nulla sarebbe deciso, ma permettetemi di dire che potremmo aprire un bell’ombrello sulla stagione. Cinque punti di vantaggio non sono un abisso, ma sono un segnale importante. Alle avversarie e a tutta la serie C".

Che segnale?

"Il Cesena è stanco di restare impantanato da queste parti, leggi la serie C. Abbiamo davvero tutto quello che serve per salutare il resto della compagnia e trasferirci al piano superiore".

Secondo lei qual è il principale pregio dei bianconeri?

"La solidità di un gruppo che è forte e sa di esserlo. Si vede dall’inizio del torneo e i fattori che vanno in quella direzione sono tanti: la sicurezza con la quale la squadra scende in campo, il modo in cui si conquistano le vittorie, a volte con goleade, altre con la zampata chirurgica di chi sa sfruttare anche solo una mezza occasione".

Per vincere un campionato serve tantissima continuità.

"Noi ce l’abbiamo. Chiaro, non si può vincere sempre, ma ora si respira la determinazione a ripartire subito sulla strada giusta. E’ un’altra caratteristica che abbiamo maturato negli ultimi mesi. E che vale davvero tanto". Cosa pensa della Torres?

"Ho studiato l’avversario in tv: è una squadra che crede in se stessa e fa bene a farlo. Non è arrivata dov’è ora per caso e per questo sono certo che continuerà a restarci fino alla fine".

Restasse al secondo posto, sarebbe perfetto.

"Verissimo. Andiamo, guardate il pubblico che abbiamo, lo stadio nel quale giochiamo, la passione che si respira per le strade della città… Meritiamo di andare in B".

Noi chi?

"Noi tifosi, prima di tutto (un’altra risata, di gusto, ndr). E’ per questo che il gruppo di soci che si era formato dopo il fallimento ha deciso di vendere: cercavamo una realtà che fosse stata in grado di sostenere investimenti importanti per imbastire progetti concreti. Alla lunga la serie C può essere economicamente scivolosa. E’ stato garantito quello che serviva. Siamo contenti della scelta fatta".

Siete in contatto coi nuovi vertici?

"Quando arrivano in Italia, ci incontriamo allo stadio: scambiamo sempre volentieri quattro chiacchiere, tra noi i rapporti sono buoni. Sanno cosa serve fare per raggiungere gli obiettivi e lo stanno facendo".

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