Renate, anno zero "Obiettivo playoff"
Calcio C. Il neo mister Luciano Foschi detta il passo alle pantere puntando sullo spirito di squadra dopo una stagione da dimenticare

Renate, anno zero "Obiettivo playoff"
Primo, la salvezza. Secondo, fare una classifica dignitosa e poi i playoff. "Perché qui le cose si fanno per gradi. Dipenderà da noi quello che raccoglieremo alla fine". Detta le tappe del campionato che deve essere quello del rilancio Luciano Foschi, che torna a Renate dopo sette anni dalla sua prima esperienza che fu estremamente positiva perché la squadra fece 51 punti e per la prima volta si classificò ai playoff. Da quel momento in poi di stagioni brutte ce ne sono state pochissime, sicuramente l’ultima è la peggiore, con una salvezza risicatissima e una girandola di giocatori che si sono alternati.
Ma oramai è alle spalle e in alta Brianza si fa quasi fatica a parlarne. E forse è giusto così, si guarda avanti, con fiducia. Affidandosi a un allenatore che a una dozzina di minuti di auto da Nibionno, dove ieri a mezzogiorno è stato presentato nell’azienda del presidente che ospita anche i locali della sede, ha scritto la storia del Lecco nel 2023 portandolo in B da outsider.
Cominciamo da qui mister, cosa si porta da quell’esperienza sulle montagne russe?
"Mi porto tutto, il bello e il brutto. Non c’è nulla da scartare. A Renate trovo sicuramente una situazione diversa, ma dove si lavora ugualmente bene e non si lascia alcunché al caso".
E allora parliamo di mercato. Lei ha visto molte partite dello scorso anno, sulla base delle sue valutazioni, qual è il suo contributo? Quale indirizzo ha indicato ai direttori?
"Abbiamo optato per una direzione ben precisa, stiamo puntando sugli uomini prima che sui calciatori. La valutazione è a 360 gradi, cioè sia dal punto di vista tecnico sia da quello umano. Io sono sempre convinto che in questa categoria le differenze le facciano sempre il gruppo, lo spirito di abnegazione, il senso di appartenenza. Ai suoi esordi in Serie C il Renate poteva essere una squadra, una società presa sotto gamba. Adesso non accade più. Perché se fai 15 anni di fila tra i professionisti significa che qui c’è gente che lavora bene e che sa cosa fa".
A che punto è la costruzione della squadra in vista della prossima stagione?
"Stiamo cambiando tanto, ripartiamo da alcuni confermati, ne stiamo cercando tanti altri per cambiare fisionomia dopo una stagione negativa. È un lavoro in team. Chi resta avrà senso di rivalsa, chi arriva dovrà avere gli stimoli giusti".
Ancora una rivoluzione dopo quella di dodici mesi fa e quella di gennaio?
"Non è una rivoluzione. Tanti resteranno, tanti saranno i nuovi come spesso avviene. Del resto qualcosa non ha funzionato, evidente, ed è ovvio intervenire. Perché sbagliare è umano, perseverare è diabolico".
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