Rimini trionfa in Coppa Italia: vittoria storica contro Giana Erminio
Il Rimini conquista la Coppa Italia al 'Romeo Neri', superando Giana Erminio nei playoff. Una vittoria storica per il club.

Il Rimini conquista la Coppa Italia al 'Romeo Neri', superando Giana Erminio nei playoff. Una vittoria storica per il club.
Rimini 0 Giana Erminio 0 (5-3-2): Colombi; Cinquegrano, Megelaitis, Gorelli (28’ st Lepri), Bellodi, Longobardi (44’ st Falbo); Garetto, Langella, Piccoli (7’ st Conti); Cioffi (44’ st Malagrida), Parigi (44’ st Gagliano). A disp.: Vitali, Ferretti, Fiorini, Leonardi, Semeraro, Lombardi, De Vitis, Ubaldi. All.: Buscè. GIANA ERMINIO (3-4-3): Mangiapoco; Alborghetti, Scaringi, Previtali (31’ st Pinto); Caferri, Nichetti (44’ st Avinci), Marotta, De Maria; Lamesta (38’ st Renda), Tirelli (44’ st Ballabio), Stuckler (31’ st Capelli). A disp.: Buzzi, Colombara, Bassanini, Ferri, Piazza, Renda, Ledonne, Pala, Pirola. All.: Chiappella. Arbitro: Giuseppe Mucera di Palermo. Assistenti: Gilberto Laghezza di Mestre e Marco Colaianni di Bari. Quarto ufficiale: Gabriele Sacchi di Macerata. Var: Francesco Meraviglia di Pistoia. Avar: Marco Piccinini di Forlì. Note - Spettatori 6.029 (177 ospiti). Angoli 5-11. Recupero: 1’ pt e 5’ st.
Nella storia e alla fase nazionale dei playoff. Questo vale la Coppa Italia che il Rimini alza al ’Romeo Neri’. Bastano novanta minuti senza gol per fare fruttare la vittoria dell’andata firmata da Cioffi. Così, il club di Piazzale del Popolo entra nell’albo d’oro della competizione della C. Cinquantunesima squadra a riuscirci, dalla stagione 1972-1973 a oggi (52esima, in realtà, ma il Covid ne ha fatta perdere una per strada). Buscè sa quanto vale la posta in palio e, sulla falsa riga di un’intera stagione, questa volta a ragione, opta per un centrocampo prudente, ma in attacco non rinuncia alle accelerate di Cioffi e alla potenza di Parigi. Mettendo la sua squadra davanti al rischio di avere a lunghi tratti la Giana Erminio in casa per poi sperare di fare male in ripartenza.
Il primo tempo va via così, con i lombardi ad avere quasi sempre il pallone tra i piedi, ma con il Rimini che non sfrutta qualche buona occasione per non chiudere, ma almeno rendere più sicura, la pratica. Tirelli e Alborghetti mettono paura ai biancorossi, ma il muro costruito da Buscè regge. Risposta quasi immediata di Longobardi che calcia sull’esterno della rete illudendo il ’Neri’. Poi due volte Stuckler di testa e poco più.
Ripresa sullo stesso spartito. Buscè ridà animo al centrocampo puntando sulla qualità di Conti, per Chiappella va bene così. E trema l’allenatore della Giana quando Cinquegrano, assistito da Parigi, fa vibrare la traversa di Mangiapoco. Il boato di delusione che parte dal ’Neri’ si sente fino al Ponte di Tiberio. Come i sospiri di sofferenza perché i lombardi ci provano in tutti i modi a trovare una falla nella difesa biancorossa. La falla non c’è. Si va avanti per inerzia fino al novantesimo e quei cinque minuti di recupero, che di fatto diventano sette, sono una sofferenza immane.
Fino a quando non arriva il momento di sventolare le bandiere biancorosse. Di correre sotto ogni singolo settore dello stadio. I 5.842 riminesi sugli spalti possono stringersi in un abbraccio alla squadra, mentre i giocatori della Giana sconsolati salutano i 177 arrivati dalla Lombardia. Chiudendo comunque tra gli applausi. Nessuno si muove dal proprio posto. C’è ancora da baciare la coppa che capitan Colombi alza al cielo insieme ai compagni e alla presidente Di Salvo, che a sua volta la riceve dal vicepresidente della Lega Pro, Gianfranco Zola. Il Rimini ha scritto una nuova pagina della sua storia. Una bella storia.
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