Roberto Donadoni celebra 40 anni del Milan Club Faenza con un evento speciale
Roberto Donadoni protagonista al Milan Club Faenza per i 40 anni dalla fondazione, tra sport, passione e memoria.

L’ex rossonero e nazionale durante il taglio della torta
Un mix di talento puro, intelligenza tattica e valori umani profondi. Roberto Donadoni, tra le ali più forti della storia del calcio italiano, è stato il protagonista della giornata organizzata dal Milan Club Faenza Carlo Sangiorgi per celebrare i 40 anni dalla fondazione. Un evento sentito, che ha saputo coniugare sport, passione e memoria.
Il campione lombardo ha aperto la giornata cimentandosi sul green del Golf Club Le Cicogne, sfidando il presidente del club Franco Ginestretti e altri soci. Da appassionato sportivo, ha ricordato anche il suo passato giovanile da ciclista, raccontando l’aneddoto all’ex campione delle due ruote e ora opinionista Davide Cassani, presente per un saluto. Poi, l’approdo al Circolo Tennis, dove ad attenderlo c’erano decine di tifosi, il vicesindaco Andrea Fabbri, l’allenatore del Faenza Calcio Nicola Cavina e il presidente del club Giuseppe Sangiorgi.
Con la sua consueta eleganza e disponibilità, Donadoni ha scattato foto, firmato autografi e risposto a numerose domande, ripercorrendo le tappe di una carriera leggendaria. “Da bambino tifavo già Milan, cresciuto nel mito di Rivera”, ha raccontato. Dopo gli esordi nell’Atalanta, Donadoni ha vissuto dodici stagioni in rossonero, collezionando 390 presenze, 23 gol e ben 18 trofei, diventando colonna del Milan di Sacchi – “grande innovatore, ci ha insegnato a essere squadra” – e poi di quello di Capello, “capace di proseguire senza stravolgere, lasciando però il suo marchio”. Dopo una parentesi a New York, fu protagonista anche con Zaccheroni, “vittoria di gruppo, inattesa e bellissima”. Chiuse la carriera in Arabia Saudita con l’Al-Ittihad, vincendo campionato e coppa del re.
Indimenticabile, per lui, la Coppa dei Campioni del 1989 a Barcellona contro lo Steaua Bucarest: “Uno stadio rossonero, una serata perfetta”. Ma resta nel cuore anche il primo gol a San Siro.
Poi la Nazionale: 63 presenze, due podi mondiali, entrambi svaniti ai rigori. “L’amarezza resta, ma bisogna saper crescere anche dalle sconfitte”. Da allenatore ha guidato squadre di Serie A e la Nazionale italiana agli Europei 2008, eliminata ai rigori dalla Spagna. Sguardo rivolto al presente, Donadoni commenta il momento difficile del Milan: “Serve una società forte e coesa. Allegri è un buon inizio, ma servono idee chiare e unità per tornare grandi”. Parole da leader, da uomo che il calcio l’ha vissuto e onorato.
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