Siena, il ‘jolly’ Pagani suona la carica: "Il primo posto? Teniamocelo stretto"

"Fa un bellissimo effetto" poter guardare tutti dall’alto. La vetta della classifica, del resto, è stata fin dall’inizio l’obiettivo di ogni bianconero che ha abbracciato il progetto Siena Fc. Lo è stato per Vittorio Pagani, il ‘jolly’ di mister Magrini. "Ora dobbiamo tenercelo stretto" dice.
"Se siamo lassù – spiega il bianconero –, è grazie al lavoro duro portato avanti fin dal primo giorno; tutti ci siamo messi a disposizione e abbiamo dato il massimo, all’inseguimento della miglior condizione, vista la partenza ritardata. Pensare che bastino giocatori di categoria superiore per vincere un campionato è sbagliato. E’ sempre il campo che parla e in campo dobbiamo sempre mettercela tutta".
Venti i punti conquistati in otto partite dalla Robur e potevano essere di più. "Sul campo del Firenze Ovest", per esempio. "E’ stata una partita complicata – afferma Pagani –, su un campo non in ottime condizioni. Abbiamo creato tante occasioni, potevamo vincerla. Ma alla fine è stato importante non perdere". Classe 2003, Pagani ha iniziato con il tennis. Poi, trascinato dagli amici, ha scoperto il calcio. E non l’ha più lasciato. "Ho capito che non volevo fare altro". Mister Magrini lo vede pronto, più degli altri under, e dallo start lo ha utilizzato come terzino destro (il suo piede), terzino sinistro e, anche con lo Scandicci, mezzala. "Avevo già coperto il ruolo in carriera – ha spiegato –: mi piace perché come vi sarete accorti preferisco attaccare che difendere, sono un terzino più di spinta. A giocare a sinistra, nelle prime due partite, qualche difficoltà l’ho incontrata, soprattutto all’esordio. La seconda meglio, sono soddisfatto di come è andata. In ogni caso sono a disposizione del mister, ovunque voglia mettermi. Le parole che spende per me mi fanno piacere, aumentano l’autostima".
Se il presente di Pagani è bianconero, il suo più recente passato era colorato di lilla: da novembre a fine anno, a Legnano, ha condiviso la proprietà con il Siena. "Il clima non era dei migliori – spiega –: la squadra era molto giovane e il cambio di presidenza, direttore e allenatore è stata avvertita. Anche i tifosi avevano capito la situazione, vedendo pure quello che succedeva a Siena. Noi ci confrontavamo, non c’era serenità". Dal passato al futuro e ai sogni da coltivare. "Pensando in grande, ma proprio in grande, mi piacerebbe un giorno giocare in una competizione europea – svela il bianconero –, la Champions magari. O anche vestire la maglia dell’Italia. Tornando con i piedi per terra, dico portare il Siena dove merita. Non ho mai visto da altre parti tanto attaccamento a una maglia. E’ un’emozione vedere tanti tifosi gioire insieme a noi".
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