Strizzolo, sono già tre gol in 140 minuti giocati "E dire che in famiglia erano tutti difensori"
Il bomber di questo inizio stagione dei gialli si racconta: "Volevo tornare qui, non avevo nemmeno disdetto il contratto della casa"

di Alessandro Troncone
Che partenza, non se l’aspettava nemmeno lui. Luca Strizzolo si è preso (anzi, ripreso) il Modena a suon di gol e non giocando per intero le prime tre partite di questo campionato. La sorpresa sta anche nei numeri: 3 reti in circa 140 minuti giocati, medie che farebbero invidia al miglior Osihmen. Sarà stata la voglia, incontenibile, di tornare a Modena dopo i 5 mesi trascorsi nella precedente stagione e sappiamo quanto sia determinante nelle dinamiche di un calciatore. Nessun obiettivo personale, solo di squadra. Luca Strizzolo, vuol metterci la firma in questo Modena.
Anzitutto, si aspettava questa sua partenza?
"No, non sono mai partito così. Fa piacere, il lavoro con il mister e Sasà Bruno negli allenamenti ci sta dando una mano a livello realizzativo. Ma sono sempre rimasto coi piedi per terra, dico la verità".
Com’è nata la canzoncina ’Dai la palla a Strizzolo che fa gol’? "Opera del fisioterapista della Cremonese, è anche un cantante. In una trasmissione televisiva, dopo una doppietta al Lecce ha fatto uscire questa canzone e quando vincemmo il campionato a Cremona uscì come un amuleto ma non pensavo mi raggiungesse anche a Modena. E invece è arrivata anche qua".
Il suo primo ricordo legato al calcio?
"Mio papà mi accompagnava alle partite alla domenica da piccolo, ricordo mi metteva i Queen alla radio per caricarmi. Ci teneva, sapeva che con il sacrificio si raggiungono i risultati"
E come nasce attaccante?
"Mi piaceva fare il portiere all’inizio, da piccolino poi ti spostano un po’ in base alle caratteristiche. Vengo da una famiglia di difensori, figuratevi. Alla fine mi ritrovo nel ruolo opposto".
E immaginiamo avrà un attaccante di riferimento
"Mi piaceva Shevchenko, ero perso. Se dovessi scegliere, dico lui".
Perché il numero 32 a Modena?
"Il 32 l’ho scelto con un po’ di timore, lo aveva Granoche qui e so cosa significava. Volevo uscire dal classico schema del numero 9".
Lei è un attaccante dall’usato sicuro in B, si può dire?
"Voglio sempre dare il mio contributo. Usato sicuro o meno non so, Tesser lo scorso anno mi conosceva e conosceva la persona e sappiamo che lui predilige questa filosofia. Io amo il gioco di squadra prima di tutto".
A Modena lei ha voluto tornare a tutti i costi
"Sì, non aveva nemmeno disdetto il contratto della casa e non avevo nemmeno salutato tutti. Dopo un periodo di vacanza, ero spesso in città perché ci speravo e l’ho chiesto espressamente, Modena è storia, si vive bene e c’è un grande pubblico".
Che fa nel tempo libero?
"Ascolto un po’ di musica, guardo serie tv, film".
Canzone prima della partita? "’Right here, right now’ e una canzone sudamericana, ’Gol’ di Cali Y El Dandee"
Che cosa nota di nuovo quest’anno nel Modena?
"Passi avanti, sono stati messi mattoncini a partire dallo staff, la sede e le strutture. Piano piano si cerca di crescere, con calma e progettualità. Se il giocatori ha a disposizione tutto per fare bene, ne trae beneficio".
E con Bianco?
"Riesco ad inserirmi bene nei suoi schemi. Sono un attaccante di movimento, non sono statico in mezzo all’area".
Gol: meglio dilazionarli magari?
"Meglio farli. E, meglio ancora, che portino punti. Penso alla doppietta di Palermo, ad esempio, bella ma che in fin dei conti è rimasta solo a me".
Che le dice la gente per strada?
"Dai gialli, continuate così. Anche loro hanno capito che il gruppo fa la differenza".
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