Alessio Baudone sportivo da medaglia d’oro
Il massimo riconoscimento federale per l’ultratrentennale carriera nel mondo del ciclismo. "Un’emozione come la prima gara"

Lo spezzino Alessio Baudone è stato insignito della medaglia d’oro al merito sportivo della Federazione ciclistica italiana, il massimo riconoscimento in ambito federale, assegnato al dirigente per le capacità e la continuità dimostrate nel portare avanti gli ideali del ciclismo, a puro titolo di volontariato. La consegna, da parte del presidente Cordiano Dagnoni, nell’ambito del ‘Giro d’Onore’, l’evento di premiazione della stagione 2023 a Milano presentato dal giornalista spezzino Davide Camicioli. "Il giusto tributo per una carriera ultratrentennale nelle gare sul territorio ed oltre – dichiara Simone Mannelli, dirigente nazionale della Federazione ciclistica italiana, promotore della proposta di premiazione – dalle categorie giovanili fino ai professionisti: Giro della Lunigiana per juniores, Coppa Città del Marmo per under, Coppa Sabatini e Giro di Toscana per professionisti, Campionati Italiani nelle varie categorie, Giro d’Italia dilettanti, Trofeo Liberazione, Giro di Toscana Donne, queste alcune delle competizioni che Baudone ha diretto e dirige nel corso della lunga e prestigiosa carriera, sempre con l’obiettivo primario della sicurezza degli atleti".
Numerosi i messaggi di complimenti, Baudone, primo fra tutti dal segretario generale della Federciclismo Marcello Tolu, che ribadisce il grande contributo apportato da Baudone ai lavori della Commissione nazionale Direttori di Corsa e Sicurezza, di cui è componente fondamentale. Congratulazioni anche da parte del presidente regionale della Federazione ciclistica italiana Sandro Tuvo e dal vice Corrado Giacomo Cozzani, suo successore nel ruolo.
Che sapore ha questo riconoscimento?
"Una gioia immensa dopo tanti anni di impegno senza interesse economico – dice Baudone – che ha comportato sacrifici soprattutto per il tempo sottratto alla famiglia ed anche rischio per il ruolo di responsabilità ricoperto nell’ambito della gara ciclistica".
Quali sono i tre momenti più emozionanti della sua carriera?
"Oltre alla consegna di questa medaglia, sicuramente la prima gara professionistica diretta a Peccioli diversi lustri fa. Poi quelli in cui, al Giro della Lunigiana, vedo dei ‘puledri’, che dopo qualche anno ritrovo ‘purosangue’ nelle gare professionistiche che dirigo, ed è una soddisfazione essere riconosciuto da loro. Un nome oggi? Tadej Pogacar".
Di quale ciclismo vorrebbe vivere in particolare?
"Quello di Pantani è stato sicuramente, almeno per me, quello più bello, perché si avvertiva il ciclismo in mezzo alla gente e la gente vicino al nostro splendido sport".
Quali differenze tra il ciclismo in Liguria e quello della Toscana?
"Spesso le società toscane prelevavano da noi i corridori più forti già dalle categorie giovanili, con le norme federali a contrastare quei comportamenti. Ora che, però, le risorse economiche si sono ridotte, a livello nazionale ha perso posizioni. La conformazione del nostro territorio ha poi sempre reso difficile l’attività su strada, per le società agonistiche e per le organizzatrici; questo però ha incentivato il fuoristrada. Inoltre, vantiamo vere e proprie eccellenze, la più importante il Giro della Lunigiana".
Come è cambiato il ciclismo delle donne?
"L’ Italia è sempre stata all’avanguardia e ciò si vede dai risultati, soprattutto in termini di medaglie. A contribuire allo sviluppo del settore, anche il Giro della Lunigiana, che da due anni propone la gara femminile".
Continua a leggere tutte le notizie di sport su