Nencini 'Bondonero ad honorem': cerimonia sul Monte dei Grandi Ciclismo
Gastone Nencini, campione di ciclismo, è stato nominato "Bondonero ad honorem" a 66 anni dalla sua storica impresa sul Monte Bondone. La figlia Elisabetta ha ritirato l'attestato, in una cerimonia in cui è stato ricordato il valore sociale della memoria.

Un altro riconoscimento per Gastone Nencini, il grande campione di ciclismo, a 66 anni dalla storica impresa realizzata dal "Leone del Mugello" sul Monte Bondone. Lo ha ritirato la figlia Elisabetta Nencini a Vason in Trentino. Si tratta della nomina alla memoria di "Bondonero ad honorem" titolo che viene conferito solo a persone che, con il loro talento, hanno fatto conoscere al mondo il Monte Bondone. Nella storia del Bondone, il titolo di "Bondonero" è stato riconosciuto a pochissime persone, tra questi, Gastone Nencini e Charly Gaul, altro grande campione del pedale.
La motivazione: perché Nencini con la sua impresa al Giro d’Italia nel 1957, e il suo valore di atleta, ha contribuito a far conoscere nel mondo il Monte Bondone. Presenti alla cerimonia, Lino Nicolussi, presidente dei Bondoneri, Franco Ianeselli, sindaco di Trento, Franco Lunelli, presidente della Cantina Ferrari,che ha reso omaggio al campione con una Jeroboam, su la cui etichetta, è stampato il nome a lettere d’oro di Gastone Nencini. Nicolussi ha consegnato a Elisabetta Nencini, l’attestato del titolo conferito al padre: "felice di aggiungere alla famiglia dei Bondoneri un nome di altissimo prestigio mondiale, che ha legato indissolubilmente il suo palmares ai tornanti che portano quassù", queste le parole commosse di Nicolussi.
Il sindaco di Trento, Ianeselli, ha ricordato il campione toscano e l’importanza sociale della memoria: "Un Bondonero di valore, il Leone del Mugello, vincitore anche del Tour, il ricordo e il valore della storia di un luogo e delle persone che l’hanno fatta". Ricordiamo che Nencini vinse quel Giro d’Italia a una media di km 37,486 rimasta imbattuta per 26 anni. Elisabetta Nencini, ha espresso l’importanza del riconoscimento quale espressione vera dello sport, che riconosce nei campioni un bene collettivo, che unisce le persone e crea legami col territorio.
Antonio Mannori
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