Mattia, colpi ad effetto
Il varesotto Bellucci infila 7 successi di fila e scala le classifiche .
CASTELLANZA (Varese)
Ci ha impiegato quasi un anno, ma alla fine Mattia Bellucci ha chiuso il cerchio. Salito alla ribalta internazionale dodici mesi fa, quando infilò una clamorosa doppietta nei challenger di Saint Tropez e Vilnius che contribuì a fargli compiere un incredibile balzo in classifica mondiale dal n°680 di inizio 2022 al n°142 di fine stagione, il 22enne di Castellanza ha strappato nei giorni scorsi il titolo a Cassis, ritrovandosi nella nuova graduatoria Atp al n°143. E ieri si è qualificato per i quarti del challenger di Rennes, vincendo il settimo match di fila.
In mezzo un’annata che non gli ha regalato grandi squilli, ma è servita a imparare i meccanismi di un circuito difficile da assorbire, soprattutto se ti ritrovi catapultato in un solo colpo in un mondo sconosciuto. E’ questa la situazione vissuta da Mattia, arrivato nel luglio del 2021 alla Malpensa Tennis Academy diretta da Fabio Chiappini e Marco Brigo, con la quale ha mosso i primi passi nel mondo ITF. Un cammino con l’asticella che si alzava gradatamente fino ai tornei challenger, con un bilancio che nella seconda parte del 2022 ha registrato una decisa impennata verso l’alto, fino al doppio trionfo in Francia e Lituania, ottenuto sul cemento.
Sulle ali dell’entusiasmo il 2023 sembrava essere partito nel modo migliore: alla prima partecipazione in un torneo del Grande Slam, Mattia ha centrato subito la qualificazione per il tabellone principale degli Australian Open, cedendo con onore in primo turno al francese Benjamin Bonzi. Quando sembrava pronto un ulteriore salto in avanti, sono arrivati invece i primi problemi. Bellucci si è lanciato nella campagna americana sul veloce, ma in sei partecipazioni ha raccolto altrettante sconfitte senza vincere un match nemmeno al ritorno sulla terra battuta europea, dove è uscito al primo turno sia a Spalato, che nel 250 di Banja Luka, che nel challenger di Roma. Stop che hanno minato profondamente la fiducia in se stesso, proprio alla vigilia degli Internazionali d’Italia.
Al Foro Italico è arrivata un’altra precoce eliminazione nelle qualificazioni per mano del non irresistibile cileno Tomas Barrios Vera, così come nelle qualificazioni del Roland Garros, dove ha ceduto nettamente al tedesco Yannick Hanfmann. E’ stato quello il punto più basso raggiunto, e il cambio di superficie dal rosso al verde dell’erba è stato la medicina migliore per uscire dal tunnel il cui il varesotto si era infilato. A Wimbledon la qualificazione non è arrivata per un soffio, sconfitto al turno decisivo dallo svizzero Dominic Stricker, ma i segnali che il vento stava cambiando sono arrivati in estate, con i quarti di finale a Winnipeg e Maiorca, intervallati dal ko nel primo turno delle qualificazioni degli US Open. Rientrato in Europa, ha lasciato di stucco la concorrenza nel challenger transalpino di Cassis, innestando le marce alte dal secondo turno quando, sotto 16, 02 e 040 contro Lucas Pouillain, ha rimontato, fino a vincere il torneo battendo in successione Liam Broady (n°107) e Tomas Machac (n°121). L’apprendimento pare completato.
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