Julio Velasco: Trionfi e Ricordi dal Maracanazinho alle Nazionali Italiane
Julio Velasco riflette sui suoi successi con le Nazionali italiane e il legame speciale con il Maracanazinho.

Julio Velasco, in Vnl, è tornato a Rio, dove aveva vinto il Mondiale 1990
C’è come sempre tanto di Modena nelle trasferte delle Nazionali italiane in giro per il mondo. In quella della maschile che sbarca a Quebec City per il suo esordio in Vnl ci sono Sanguinetti, Anzani, Porro, il preparatore Oscar Berti. In quella trionfale di Rio de Janeiro conclusasi domenica Bettalico, Barbolini e soprattutto lui, Julio Velasco. Che dopo l’oro a Parigi ha ripreso da dove aveva lasciato, vincendo e chiudendo il girone con un netto 3-0 sulle padrone di casa del Brasille: "Una bella vittoria – racconta Velasco – in una partita nella quale abbiamo tenuto botta anche nei momenti di difficoltà, sono quei famosi anticorpi alla sofferenza che ancora ci mancano dopo una stagione, quella scorsa, nella quale abbiamo sempre vinto in maniera semplice. Fare risultato al Maracanazinho non è mai facile".
Ecco, appunto, che sensazione è quella di entrare di nuovo nell’impianto più famoso al mondo, forse: "Il Maracanazinho per me ha un sapore speciale, quello del primo Mondiale vinto qua con l’Italia nel 1990". Se davvero sia tutto cominciato proprio al Maracanazinho, con quelle due vittorie su Brasile e Cuba, ottenute per due soli punti che hanno lanciato l’Italia maschile nell’olimpo e fornito una benzina che ancora non si è esaurita a tutto il movimento, è una risposta non semplice da dare. Julio Velasco però pensa di sì, che quei pochi punti che hanno fatto la differenza tra vincere e perdere siano stati speciali: "Questo gioco è così, la vittoria facile è l’eccezione e i lunghi cicli ormai sono finiti. Pochi punti fanno la differenza e la fanno anche in prospettiva futuro, sì".
Infine le emozioni tornano fuori, e con esse una speciale classifica dei successi di Velasco che comprende anche Modena: "Tutte le volte che entro qua dentro l’emozione è forte, non tanto e non solo per il pubblico brasiliano, che è stupendo, canta, balla, è allegro e mai aggressivo. Soprattutto per i miei ricordi, mi torna sempre in mente la prima volta che ho messo piede sul campo del Maracanazinho. Ci sono tre vittorie nelle mia carriera che porta un po’ più in alto delle altre: l’oro olimpico di Parigi con le donne, ovviamente, poi appunto il primo Mondiale vinto qua nel 1990 e infine lo scudetto 1986/87, il secondo con Modena, nel quale siamo riusciti a vincere con una squadra di soli italiani".
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