Modena Volley: una stagione 2024/2025 senza acuti e con dubbi sul futuro
Modena Volley chiude la stagione 2024/2025 senza qualificazione europea e con incertezze sul futuro del palleggiatore De Cecco.

Luciano De Cecco
Cosa rimarrà di queste due stagioni? Di questi due gruppi, il primo rivoluzionato e ripudiato, che non sono mai riusciti realmente a trovare un’identità, una compattezza e, di conseguenza, un risultato? Modena Volley chiude la porta della stagione 2024/2025 di nuovo anonima, senza nessun acuto di rilievo, senza essere riuscita a concretizzare un buon ultimo mese e mezzo di stagione con la qualificazione europea. Dando anche la sensazione di non essere troppo convinta della sé che sarà, nel 2025/2026, soprattutto nel palleggiatore: un Luciano De Cecco confermato dal contratto biennale propostogli un anno fa del quale i gialloblù sembravano volersi liberare, senza però aver sfruttato l’occasione di mercato arrivata a dicembre (Turchia) e scontrandosi oggi con la legittima e inoppugnabile volontà del giocatore di vedere rispettate le firme.
Cosa rimarrà di questa stagione? L’ossatura della squadra titolare, che cambierà in una pedina, massimo due, ma che di nuovo domenica scorsa ha palesato tutte le sue difficoltà caratteriali e tecniche e che non avrà in più un leader carismatico o un bombardiere da trenta punti a partita, ma due giocatori forti e regolari come Perry e Porro. Difficile aspettarsi exploit o grandi cambiamenti da un punto di vista prestazionale, considerando anche che Perugia, Trento, Civitanova e molto probabilmente anche Verona e Piacenza rimarranno parecchie lunghezze avanti in quanto ad ampiezza e qualità della rosa. In questo senso una coppa europea come la Challenge avrebbe garantito un orizzonte nuovo e di più facile conquista, mentre il solo campionato difficilmente potrà essere foriero di un cammino molto diverso da quelli più recenti, se non cambierà qualcosa in maniera radicale.
Da dove ripartire, allora? La risposta è semplice, ma c’è un rapporto da ricucire e l’operazione non sarà facile. Bisogna ripartire da Modena. Da quell’ambiente, da quella città e dai quei tifosi dai quali la società si è man mano e sempre più allontanata, senza parlare, senza agire, senza metterci né faccia né scudi né altro. È un’operazione che richiede tempo e umiltà, perché ricucire i rapporti è ben diverso da crearne dei nuovi, ancora più complesso se i risultati non arrivano come sperato: ma è l’unico modo per provare a dare a chi va in campo quella marcia e quello stimolo in più che negli ultimi due anni sono mancati. Mancati come quelle persone sui seggiolini vuoti che si notano purtroppo sempre più spesso al PalaPanini, anche quando la partita è l’ultima, anche quando si chiama finale, anche quando per aiutare Davyskiba e compagni a fare quel passo in più servirebbe una bolgia come ai vecchi tempi. E invece no.
Alessandro Trebbi
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