Scomparsa a 55 anni. Si era battuta per un progetto innovativo. Il ricordo del sindaco Lepore. Il volley piange la sua presidente. Velabri aveva dato una voce a tutti

Il nuovo anno e il girone di ritorno iniziano con la peggiore delle notizie possibili per la Hokkaido Pallavolo Bologna...

di MARCELLO GIORDANO
1 febbraio 2025
Il nuovo anno e il girone di ritorno iniziano con la peggiore delle notizie possibili per la Hokkaido Pallavolo Bologna...

Il nuovo anno e il girone di ritorno iniziano con la peggiore delle notizie possibili per la Hokkaido Pallavolo Bologna...

Il nuovo anno e il girone di ritorno iniziano con la peggiore delle notizie possibili per la Hokkaido Pallavolo Bologna e il volley bolognese e non: la morte della presidente Elisabetta Velabri, venuta a mancare nella serata di giovedì, in seguito a un malore.

Lunedì in Certosa, dalle 14,30 alle 15,30, la camera ardente, alle presenza di squadra e società al gran completo.

Ha scritto la storia, Velabri: perché mai prima, un club di vertice pallavolistico e non della città aveva avuto una presidente donna. "Presidente con l’articolo femminile davanti o presidentessa", chiedeva di essere etichettata a chi si occupava delle notizie che la riguardavano, volendo dare un contributo a un cambiamento della figura femminile in atto.

Aveva 55 anni, lascia il marito Sandro, la figlia e un vuoto all’interno della società di cui era stata cofondatrice nell’aprile del 2019, con l’obiettivo di rilanciare il volley maschile caduto in disgrazia dopo la rinuncia della Zinella di Paolo Penazzi alla A2 nel 2010.

Missione compiuta: serie B, promozione in A3, retrocessione e acquisto del titolo e altri due anni consecutivi in A3, con salvezza. Poi la rinuncia al titolo, per dare spazio ai ragazzi in B, scommettendo sui giovani che la stanno ripagando e sui quali Velabri e il club nel frattempo avevano investito con un progetto innovativo che pareva impossibile: riunire sotto la bandiera di Pallavolo Bologna sette società (Pallavolo Budrio, CrevaVolley, Savena Volley, Pallavolo Imola, Valsamoggia Volley, YZ Volley, Pallavolo San Lazzaro) e circa 6mila tesserati.

Innovativa, coraggiosa, instancabile, paziente, capace di rischiare, appassionata: era questo, Elisabetta Velabri, per chi la conosceva.

"Sport è mettersi in gioco e fare squadra", ha ribadito più volte al nostro giornale in diverse interviste, l’ultima rilasciata martedì. Si era messa in gioco in politica, candidandosi per il consiglio comunale di Castel Maggiore con il Pd, e lavorava all’Unione Matematica Italiana. Aveva collaborato con l’Idea Volley in passato, si era candidata per il consiglio del Comitato Territoriale della Fipav di Bologna in vista delle elezioni di marzo. Aveva idee ed era pronta a mettersi in gioco in più ambiti. Con quale caratteristica lo racconta il direttore generale della Pallavolo Bologna Andrea Cappelletti.

"Dolcezza e curiosità sono le parole chiave che riassumono Elisabetta. Si metteva sempre in discussione, ogni weekend andava a vedere tutte le partite possibili dei nostri settori giovanili ma anche di altri sport, con la convinzione che un giorno avremmo collaborato tutti insieme per uno sport migliore".

Rivoluzionaria, ha costruito un club ad alto tasso femminile ai vertici: team manager Veronica Brandi, responsabile comunicazione Erika Falasca, compresa la scelta di una vice allenatrice donna al primo anno di A3 (Vania Dauria), con due sole figure maschili dirigenziali, in un mondo sportivo maschile e maschilista.

La ricorda il sindaco Matteo Lepore: "Una dirigente dai modi gentili che ha dedicato parte della sua vita alla pallavolo, contribuendo con passione alla crescita dello sport bolognese".

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