Velasco e le due versioni sulle dimissioni dal Busto Arsizio. “Mai stato favorevole al doppio incarico. Ma ho fatto quello che mi hanno chiesto”
La presentazione ufficiale dell’allenatore argentino che guiderà le azzurre verso Parigi 2024. “Egonu-Antropova? Non è un problema”

Julio Velasco (Ansa)
Milano, 21 novembre 2023 – Julio Velasco è il nuovo timoniere della nazionale femminile di volley. L’allenatore argentino che ha dominato il mondo con la nazionale azzurra, quella della “generazione di fenomeni” fallendo solo l’oro olimpico, è stato presentato ufficialmente ieri al Centro Federale Pavesi di Milano e guiderà le azzurre verso le Olimpiadi di Parigi del 2024. Dopo l’esonero di Mazzanti, silurato dalla federazione dopo il flop europeo, la FIPAV ha pensato di affidare la squadra al Julio nazionale, personaggio carismatico che ha tutte le carte in regole per ricompattare il gruppo delle azzurre e portarle in alto a Parigi. “Velasco è stata la mia prima scelta – ha detto il presidente Fipav Maifredi – per il dopo Mazzanti. Si volta pagina, inizia così un nuovo corso”. Julio Velasco è emozionato e non lo nasconde. “E’ una grande responsabilità prendere in mano una grande squadra, molto seguita dai tifosi, che ha ottenuto ottimi risultati. Non vedo modo migliore per combattere la vecchiaia di iniziare una nuova sfida. Innanzitutto ringrazio la Uyba di Busto Arsizio (squadra con la quale ha lavorato fino a ieri prima di dimettersi ndr) per la possibilità che mi ha dato di allenare una squadra femminile. E’ stata l’unica con un progetto concreto… Ringrazio le giocatrici di Busto che mi hanno insegnato molto. E’ stata una situazione difficile con Busto, ieri mi hanno chiesto di dimettermi (avrebbe potuto allenare fino a fine anno ndr) e l’ho fatto senza nessuna polemica”. Punto. A Busto Arsizio invece non pare esserci nessun punto sulla questione perché in un comunicato emesso stamattina dalla società bustocca si dice chiaramente che “nel contratto con Velasco non c’era nessuna clausola rescissoria operanti in automatico in caso di sua nomina a allenatore della nazionale, anzi il contratto era stato strutturato in modo che il signor Velasco potesse ricoprire il doppio incarico (tecnico di Busto e della Nazionale ndr)”.
E questo stride con quello dichiarato oggi da Velasco che è sicuramente stato uno dei primi a non ritenere possibile un doppio incarico del genere già ai tempi del maschile. “Io non sono mai stato favorevole al doppio incarico. In Italia chi allena la nazionale deve fare solo quello”. Punto. E anche il presidente Manfredi è stato chiaro. “Io con Pirola e con Busto ho parlato dell’ipotesi Velasco già a Torino, tempo fa, lo sapevano. Nessuno ha voluto togliere nulla a nessuno, questo deve essere chiaro. Le ipotesi erano due: o averlo a gennaio 2024 o a fine campionato, dal 1 aprile. Abbiamo parlato e Julio ha detto che sarebbe stato impossibile iniziare a lavorare il 1 aprile, in vista Parigi. E così abbiamo optato per il 1 gennaio 2024”. Busto dice di aver ricevuto le dimissioni di Velasco, ma Julio ha detto chiaramente: “Busto me le ha chieste e io le ho rassegnate”. Le due versioni non combaciano su nulla. Velasco ha poi ricordato Mazzanti. “Credo che in questi mesi tutte quelle critiche siano state molto ingenerose e ingiuste, Davide è un grandissimo tecnico che ha vinto molto e un ragazzo perbene. A volte i cicli finiscono, è successo anche a me”. Velasco avrà al suo fianco due collaboratori d'eccezione. “Si, ho scelto quali collaboratori Massimo Barbolini (coach di Scandicci col quale Velasco ha lavorato anche tanti anni fa) e Lorenzo Bernardi (ex giocatore di Velasco ai tempi della generazione di fenomeni e ora allenatore a Novara)”. Andando sul concreto, Velasco che incomincerà a lavorare subito per la nazionale e avrà un contratto di due anni. La diatriba Egonu – Antropova, Velasco la liquida con classe e determinazione. “Allo stato attuale abbiamo a disposizione due opposti, questa è la cosa migliore. Sul fatto di spostare Antropova a schiacciatrice? E’ un processo assai lungo e la cosa migliore, per ora, è di avere due fortissime opposte”. Il problema non è lì… “Non ricordo di aver visto partite perse dell’Italia per una mancanza dell’attacco, piuttosto la mia preoccupazione è la ricezione…”.
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