Olimpiadi, che errore prima di Sud Sudan-Portorico: parte l'inno sbagliato

Parigi, 28 luglio 2024 – Non inizia nel migliore dei modi l’Olimpiade del Sudan del Sud, che nella sfida contro il Portorico sente suonare un inno diverso rispetto al proprio. Se poi si tiene conto che l’inno suonato è quello del Sudan, Paese dal quale si è distaccato nel 2011 a seguito di una violenta guerra civile, che è costata un numero elevatissimo di vittime, ecco che l’errore fa ancora più male. Quando hanno ascoltato l’inno sbagliato, i giocatori e i tifosi del Sudan del Sud hanno mostrato perplessità e delusione, spingendo i tifosi di entrambe le squadre presenti allo stadio Pierre Mauroy di Lille a fischiare. I giocatori e i tifosi portoricani, poi, hanno mostrato un enorme spirito di solidarietà applaudendo durante l’esecuzione dell’inno, corretto, del Sudan del Sud. La partita di ieri, terminata 90-71 proprio per la squadra africana, non era semplicemente una sfida di basket: dopo anni difficili, nei quali diverse persone hanno perso la loro vita per regalare l’indipendenza alla propria terra, quella di ieri doveva essere una festa per gridare al mondo l’orgoglio di essere sudanesi del sud, e l’organizzazione olimpica francese non è stata all’altezza della situazione, commettendo un errore clamoroso. Per fortuna, però. Il momento di imbarazzo è durato appena pochi secondi, con il comitato olimpico che ha prontamente interrotto l’inno sbagliato e ha poi fatto partire quello corretto. Il match ha visto i portoricani in vantaggio per +8 nel primo quarto, ma al termine del secondo il Sudan del Sud accorcia le distanze, portandosi a -6. Nel secondo tempo, invece, gli africani passano in vantaggio per la prima volta nel terzo periodo, e nel quarto non c’è storia, con i sudanesi del sud che hanno vinto la partita con 11 punti di vantaggio. Dopo un inizio turbolento, con la questione dell’inno che è stata sicuramente il modo peggiore per cominciare le Olimpiadi, il Sudan del Sud è riuscito a chiudere nel modo migliore, vincendo la partita d’esordio e rendendo onore alla propria nazione, con una prestazione che entrerà nella storia della piccola nazione africana di appena 11 milioni di abitanti.