Varallo e il var nella scherma: “Ci sarà sempre l’errore umano”

Le altre nazionali azzurre: il responsabile materiali a Parigi era italiano e parla dopo le proteste per il caso Macchi: “E’ impossibile eliminare la discrezionalità”

di DALL’INVIATO DORIANO RABOTTI -
6 agosto 2024

Parigi, 6 agosto 2024 – Prosegue il nostro viaggio tra le ‘altre nazionali’ di italiani presenti ai Giochi di Parigi: arbitri, giudici di gara, responsabili tecnici ‘convocati’ dalle federazioni mondiali o dal Cio per le loro capacità. Dopo l’arbitro di beach volley Davide Crescentini, è la volta del torinese Giandomenico Varallo, storico responsabile materiali della Federscherma italiana chiamato a presiedere l’organismo di controllo delle gare che si sono tenute al Grand Palais.

Filippo Macchi, sconfitto nella finale per l'oro tra le polemiche
Filippo Macchi, sconfitto nella finale per l'oro tra le polemiche

In questa intervista Varallo ci racconta qual è stato il suo compito all’interno della organizzazione sulle Olimpiadi, quanto contano i controlli soprattutto sul tema della sicurezza perché la scherma, per quanto ‘mitigata’, resta una disciplina nella quale si utilizzano delle armi e quindi potenzialmente si può rimanere feriti. E soprattutto entra nel merito del caso delle proteste italiane verso il giudizio dei due arbitri asiatici che hanno tolto con alcuni errori la medaglia d’oro al nostro Filippo Macchi. “La verità è che negli sport in cui si utilizzano le ‘convenzioni’, come la scherma, si può interpretare quello che è accaduto seguendo le regole, ma rimane sempre un fattore umano decisivo, nonostante la precisione della tecnologia. Quindi il var perfetto non esiste, e comunque ci accorgiamo degli errori solo quando riguardano i nostri atleti, ma c’erano stati altri casi famosi in passato anche con altri schermidori”. Ecco l’intervista video completa.

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