Il dramma di Fede. Caduta choc, serve il cuore da Tigre
Brignone, gamba ko agli Italiani: frattura scomposta del piatto tibiale e della testa del perone, crociato anteriore rotto. Subito operata, ora un lungo recupero e Olimpiadi a rischio. Il dottor Panzeri: "È forte, i campioni sanno reagire".

Brignone, gamba ko agli Italiani: frattura scomposta del piatto tibiale e della testa del perone, crociato anteriore rotto. Subito operata, ora un lungo recupero e Olimpiadi a rischio. Il dottor Panzeri: "È forte, i campioni sanno reagire".
La neve d’aprile sa essere la più crudele. Anche quando fa da tappeto a una festa. Che bisogno aveva, Federica Brignone, di presentarsi ieri al cancelletto di partenza dei Campionati Italiani, dopo la messe di trionfi planetari raccolta in questa memorabile stagione? Chi se lo chiede, pur legittimamente, forse non sa quanto la bi-campionessa della Coppa del Mondo generale abbia sempre considerato questo appuntamento imprescindibile. Perché quando era piccola idolatrava quelli che si cimentavano ai Tricolori, perché poi lo sci azzurro ama ritrovarsi in una competizione che fa da bilancio e da rilancio per tutto il movimento. Ma più di tutto, perché Fede è un’agonista sopraffina e pura, che in ogni gara riesce andare in cerca della migliore versione di se stessa.
Il maledetto capitombolo nella seconda manche del gigante sull’Alpe Lusia – lei era prima, manco a dirlo – ha fatto presto il giro di ogni device nel nostro Paese, e non solo. Brignone si impiglia con la mano in una porta verso destra e viene catapultata in avanti, con la gamba sinistra che finisce sotto. Tutto quello che ne è seguito è stato uno spiacevolissimo déjà vu di quanto accaduto poco più di un anno fa a Sofia Goggia a Pontedilegno. Il toboga per il soccorso, la prima diagnosi sommaria, il trasferimento dall’Ospedale Santa Chiara di Trento alla clinica La Madonnina di Milano dove ieri sera la campionessa 34enne è stata operata.
“Frattura scomposta pluriframmentaria del piatto tibiale e della testa del perone“, recitava già nel primo pomeriggio il referto della struttura trentina. Termini spietatamente sinistri, anche per un profano. A cui si è aggiunta pure, in serata, la rottura del legamento crociato anteriore che si è evidenziata in fase di intervento. Un’altra complicazione in un quadro già fosco.
"Ha una frattura importante – la conferma immediata del dottor Andrea Panzeri, presidente della Commissione Medica Fisi che ha eseguito l’operazione, perfettamente riuscita, con con i colleghi Riccardo Accetta (responsabile di Traumatologia dell’Ircss Galeazzi-Sant’Ambrogio), Gabriele Thiebat (Commissione Medica Fisi) e Alberto Zangrillo (primario di Anestesia e Rianimazione Generale del San Raffaele di Milano) – l’osso è rotto in maniera significativa: per il recupero servono comunque mesi. Lei è forte, è sana e non si è mai fatta male in maniera seria in carriera – prosegue lo specialista che operò alla tibia anche Goggia –. L’ho trovata serena, come tutte le grandi atlete quando si fanno male: certo non può essere felice. Questa cosa non ci voleva. Ma saprà reagire, è una tigre, anche l’infortunio lo sa accettare".
Ecco, nel buio della sventura umana e sportiva di ieri, almeno questo conforta: Federica è arrivata sul tetto del mondo proprio in virtù del suo indomabile spirito, di una formidabile e innata tensione al miglioramento. Proprio a questi dovrà aggrapparsi nella risalita dei prossimi mesi, fatalmente rappresentabili in una buia e impietosa salita.
I Giochi di Cortina, fino a ieri mattina, erano l’orizzonte aureo del coronamento per la fuoriclasse del nostro sci – 37 vittorie in Coppa, due trionfi nella generale, oro in gigante agli ultimi Mondiali di Saalbach e argento in superG – mentre ora, quando mancano dieci mesi, il loro profilo si dissolve diventando un enigma. L’Italia, abituata alle prodezze di Fede, tifa per lei e spera in un’impresa ancora più grande.
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