Segue dalla prima. La degna erede di Deborah. Compagnoni

Leo Turrini No. Ho avuto modo di conoscere un minimo Fede e sempre ho apprezzato la sua consapevolezza di appartenere ad una...

di LEO
14 febbraio 2025

Leo Turrini

No. Ho avuto modo di conoscere un minimo Fede e sempre ho apprezzato la sua consapevolezza di appartenere ad una generazione che non accetta il mondo così com’è, perché coltiva il desiderio di provare a cambiarlo per renderlo migliore, o almeno meno brutto. E badate che questo è un messaggio importante, circondati spesso come siamo, giovani e ahimè meno giovani, dalle barriere della rassegnazione.

Aggiungo un’altra cosa. Federica sta ottenendo le soddisfazioni maggiori adesso che anagraficamente è più vicina ai quaranta che ai venticinque anni. È come se il Tempo, con la maiuscola, si stesse prendendo la briga di risarcirla per un torto subito.

Mi spiego. A oggi, Fede è l’unica italiana nella storia dello sci alpino ad aver conquistato la Coppa del Mondo assoluta. Un prodigio senza precedenti e fin qui senza repliche. Per capirci, il trofeo che tra i maschi hanno in bacheca solo Gustavo Thoeni, Piero Gros e Alberto Tomba. Ma il destino volle che l’impresa di Brignone venisse a coincidere con la tragedia immane del Covid, a inizio 2020: sicché quel trionfo non è mai stato celebrato adeguatamente. Colpa di nessuno, se non della pandemia: eppure, fu un peccato.

Può darsi poi che la contemporanea presenza sulla neve di una personalità debordante (eufemismo) come quella di Sofia Goggia, ieri subito fuori gara, abbia contribuito ad accentuare lo spirito agonistico di Fede: di sicuro in questo Mondiale di Saalbach è stata irresistibile, al contrario della collega bergamasca. La tigre non ce l’aveva solo sul casco, ma anche nelle gambe e nel cuore. E si è visto.

Ultima cosa. Dodici mesi dopo aver vinto il titolo iridato al Sestriere, Deborah Compagnoni andò a prendersi l’ennesimo oro olimpico a Nagano, nel 1998.

Quanto manca al gigante di Milano-Cortina?

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