Tennis, Feliciano Lopez: “A Bologna in diecimila. La Coppa Davis è viva”
Il 41enne, che da poco ha sostituito David Ferrer alla direzione del torneo, ha parlato del futuro della competizione

Bologna, 19 settembre 2023 – Ci si interroga costantemente sul futuro della Coppa Davis, della sua formula, del suo appeal, delle assenze e dello scarso pubblico presente. Cambiato formato nel 2019 sotto l’egida di Kosmos, la Coppa Davis ha abbandonato i primi turni casa-trasferta e raggruppato una fase a gironi che qualifica alle Finals di Malaga, accorciando il numero di partite (da 5 a 3) e il numero di set (da 5 a 3). Qualche mese fa è stato cambiato il direttore, con Feliciano Lopez, già responsabile del torneo Masters 1000 di Madrid, che ha preso il posto di David Ferrer, passato al ruolo di capitano non giocatore della Spagna. Proprio Lopez ha fatto il punto della situazione al termine della fase a gironi, negando la crisi della competizione nonostante il poco pubblico e le assenze di Alcaraz, Fritz e Auger Aliassime.
Lopez: “A Bologna erano in diecimila”
È una lotta tra puristi e avanguardisti. Il vecchio formato della Coppa Davis sembra appartenere alle vecchie generazioni e per rimanere al passo con i tempi si è deciso di cambiare regole e durata delle partite. Ci ha pensato Kosmos con Gerard Piqué, poi uscita dalla competizione, e ci sta provando ora Feliciano Lopez, che ha il compito di rendere la Davis ancora avvincente per il pubblico e per i migliori giocatori. Polemiche nei giorni scorsi per lo scarso pubblico in alcune sedi, ma Lopez ha preso ad esempio l’Italia e Bologna per tenere la barra dritta: “Ci soffermiamo sulle immagini negative e non su quelle positive. A Bologna c’erano 10mila persone a seguire l’Italia senza Sinner e Berrettini - le parole di Feliciano a Punto de Break - In campo c’era Sonego con Galarneau e 10mila persone sugli spalti, significa che l’Italia vuole vedere il tennis e tifa per la propria nazionale. Dobbiamo prendere questi casi come riferimento”. Già, perché il vero punto di forza della Davis è sempre stato il pubblico, meno tennistico e più calcistico: “Gli appassionati e gli affezionati sono la bellezza di questa competizione. L’entusiasmo di poter tifare per il proprio paese. Noi siamo a disposizione per valutare qualsiasi trasformazione se utile a risolvere il problema”. Anche il formato potrebbe essere da rivedere, ma continuare sul vecchio solco, con un calendario così fitto, era impossibile. Si è deciso per una via di mezzo, mantenere in parte il concetto di casa ma rendere più compatta la competizione e anche con match più corti: “Kosmos ha investito e dimostrato che il vecchio formato non si adattava più al tennis attuale, che ha esigenze diverse. Si è cercata una formula che tenesse insieme tradizione e innovazione”. Ma la Davis resta una competizione viva? Per Feliciano Lopez assolutamente sì: il prestigio non è intaccato. “Il futuro è buono, siamo in un buon momento - ancora il direttore - Forse le nuove generazioni non hanno ancora compreso quanto significhi la Davis, ma è normale perché siamo in mezzo a un cambiamento epocale. Servirà tempo. Calendario? Difficile cambiarlo, se ne parla da anni ma non c’è molto margine”. Intanto oggi c’è stato il sorteggio dei quarti di finale, l’Italia affronterà l’Olanda poi eventualmente la vincente di Serbia-Gran Bretagna in semifinale.
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