Internazionali d’Italia, Ny Times contro Roma: “Disparità tra i montepremi di uomini e donne”. Quanto guadagnano i vincitori

Il quotidiano americano si scaglia contro l’organizzazione del Masters 1000 del Foro Italico per il divario salariale. La Federazione fa sapere che il problema sarà risolto nei prossimi anni

11 maggio 2023
Gli Internazionali d'Italia in corso di svolgimento a Roma

Gli Internazionali d'Italia in corso di svolgimento a Roma

Roma, 11 maggio 2023 – Dopo il ‘torta-gate’ a Madrid, il dolce offerto ad Alcaraz per il compleanno era nettamente più grande di quello dedicato alla Sabalenka, ecco che il tema della disparità di trattamento riservato al tennis maschile rispetto al circuito femminile torna in evidenza agli Internazionali d’Italia in corso di svolgimento al Foro Italico di Roma.

Questa volta l’attenzione si concentra sul divario salariale. E a mettere in luce il problema è il New York Times, con un titolo che non fa sconti: “Lo stesso lavoro, ma molto meno paga per le donne, benvenuti nel 2023”. "I migliori del mondo sono a Roma, dove uomini e donne giocano nello stesso formato, al meglio dei tre set, sugli stessi campi e nello stesso torneo che vende un biglietto allo stesso prezzo per entrambe le gare maschili e femminili - scrive il New York Times -. Tuttavia c'è una enorme differenza tra il montepremi delle due competizioni".

Per gli uomini il montepremi totale degli Internazionali d'Italia è di 8.637.966 euro, per le donne 3.572.618, meno della metà. Il quotidiano americano sottolinea come nei quattro tornei del Grande Slam (sebbene gli uomini, a differenza delle donne giochino al meglio dei cinque set) il montepremi sia ormai equiparato e che anche nei Masters 1000, con l'upgrade in scena a Indian Wells, Miami e in Spagna, i giocatori siano stati premiati con le stesse cifre.

Tanto per fare un esempio, a Madrid (96 giocatori e giocatrici in tabellone come per la prima volta quest'anno a Roma) una settimana fa a uomini e donne è andato lo stesso montepremi, pari a 7.705.780 euro. E se il vincitore e la vincitrice, Alcaraz e Sabalenka, sono stati discriminati in quanto a torte di compleanno, quel che conta davvero è che sono stati premiati con lo stesso assegno, un milione e 100mila euro a testa.

Alla vigilia del torneo il presidente della Fitp, Angelo Binaghi, aveva annunciato che entro il 2025 il montepremi femminile sarà adeguato a quello maschile. Ora, dopo l’articolo del New York Times, la federazione fa sapere che il ritardo sulla parità salariale rispetto agli altri tornei evidentemente c'è, ma che grazie al contributo Bnl, in aumento fino al 2028, crescerà anche il montepremi femminile.

La parità salariale Atp e Wta del resto è stata una delle condizioni per la concessione dell'ampliamento del format a dodici giorni di gare e 96 giocatori in tabellone. La parità, quindi, è in arrivo ma per ora i numeri sono penalizzanti per le donne: il vincitore di questa edizione di Roma intascherà 1.105,000 euro, il finalista 580mila, i semifinalisti 308mila euro, mentre la vincitrice porterà a casa 521mila euro, la finalista 272mila, le due semifinaliste 143mila euro.

Qualche passo in avanti rispetto allo scorso anno, quando i due montepremi erano più bassi (cinque milioni e mezzo di euro circa per il torneo maschile, due milioni e 800mila per il femminile) è stato fatto, sebbene il montepremi dei campioni sia lievitato di tre milioni e quello delle donne di settecentomila euro circa.

L'anno scorso l'assegno per il vincitore Djokovic era stato di 836.000 euro, quello per Iga Swiatek di soli 332.226, poco più di un terzo. Adesso almeno si arriva a circa la metà.

Continua a leggere tutte le notizie di sport su