La numero 2 Wta sotto la lente per la contaminazione ’di fabbrica’ di un farmaco. L’Itia: non vi è colpa o negligenza. Le differenze con Sinner. Swiatek positiva al doping: sospesa un mese
Il caso doping di Iga Swiatek nel tennis: sospensione sottotraccia, ricorso accettato dall'Itia e rivelazioni sulla contaminazione accidentale della melatonina.
Da tanto quel farmaco viaggiava nella borsa di Iga Swiatek. Combatteva l’insonnia da jet-lag con la melatonina, ma è bastata una "contaminazione" in ’fabbrica’ per far tremare il circuito mondiale con un nuovo caso doping, dopo quello di Jannik Sinner. "E’ stato il momento peggiore della mia vita", dice Iga in una video confessione su Instagram. Ma intanto restano da scontare ancora sette giorni della sospensione di un mese partita sottotraccia. Sì, uno stop ’interrotto’, perché nel frattempo la numero 2 del mondo ha dimostrato che si trattava di una contaminazione accidentale e ha fatto ricorso all’Itia (International Tennis Integrity Agency), che le ha permesso di giocare le Wta Finals e la Billie Jean King Cup. Ricorso aveva fatto anche Sinner. Le prove del numero 1 Atp, vittima pure lui di una contaminazione (avvenuta in maniera diversa) erano arrivate immediatamente, e quindi l’altoatesino non si era fatto nemmeno un giorno ai box.
"Voglio essere trasparente con voi – dice la campionessa polacca –. Un campione raccolto lo scorso 12 agosto (quindi prima del torneo di Cincinnati), è risultato positivo alla trimetazidina (TMZ), sostanza proibita che nemmeno conoscevo". A quel punto Swiatek e collaboratori controllano tutti gli integratori – dettaglia poi Swiatek - "e abbiamo capito che la melatonina che da sempre uso (Iga fatica a dormire a causa del Jet lag, ndr), e che ho usato prima di Cincinnati era stata contaminata durante la lavorazione". E’ toccato poi allo staff (e agli avvocati), ricostruire l’avvenuta contaminazione. Ma intanto l’ex numero 1 viene sospesa dal 12 settembre in via preventiva. "Mi è stato impossibile giocare i tornei e difendere il mio ranking in Asia". Ieri la comunicazione che per l’Itia "non vi è alcuna colpa o negligenza" proprio come per Jannik. Così come per Sinner, anche per Iga ci sono state "un sacco di lacrime e di notti in bianco. La sensazione più brutta è stata l’incertezza su cosa sarebbe potuto capitare alla mia carriera. Temevo potesse distruggere l’immagine di me che si era creata in questi anni".
Gabriele Tassi
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