Renzo Furlan: Nuovo Incarico a Sky Sport e Addio a Jasmine Paolini

Renzo Furlan lascia Jasmine Paolini dopo nove anni e inizia un nuovo ruolo come talent a Sky Sport, mentre riflette sul futuro del tennis italiano.

di PAOLO GRILLI
7 maggio 2025
Renzo Furlan, 55 anni, talent di Sky Sport dopo 9 anni da coach di Jasmine Paolini

Renzo Furlan, 55 anni, talent di Sky Sport dopo 9 anni da coach di Jasmine Paolini

dall’inviato

Da giocatore è stato un top 20 Atp, con tanto di fama di ammazzagrandi (sette vittorie contro i primi dieci al mondo). Renzo Furlan poi si è rivelato un allenatore sopraffino, portando Francesca Schiavone e Jasmine Paolini ai vertici. Ora però il rapporto con Jas si è interrotto dopo nove anni, ed è partito un nuovo incarico come talent di Sky Sport.

Furlan, è difficile immaginarla senza campioni da allenare.

"Il tennis è la mia vita, sto alla finestra per progetti interessanti. Però non allenerò fino a fine anno, devo recuperare un po’... Ne approfitto per vivere questa avventura con Sky che stimola la mia curiosità, vedendo il campo da un punto di osservazione diverso. Io futuro coach di Sinner? E’ una situazione totalmente inesistente, certo sarei onoratissimo di poterlo fare...".

La rottura del sodalizio con Paolini è stata improvvisa.

"Penso di aver trasmesso tutto quello che potevo insegnare a Jasmine, è stato un percorso lungo e bello, ricco di soddisfazioni. Logico che stare così a lungo a contatto faccia nascere affetto e amicizia, e quelli restano. Dopo tanto tempo insieme, serve però all’atleta anche testarsi fuori dalla propria zona di confort. Sono stato fin da subito d’accordo su questo, ognuno ora va sulla propria strada, ma sono strade parallele: continuiamo a sentirci. Jasmine ha un potenziale e un valore straordinario, tra le prime cinque-dieci giocatrici del mondo".

Torniamo a Sinner. Tutti lo aspettano a Roma, eppure ha vissuto mesi durissimi, e a dirla tutta la terra rossa non è la sua superficie ideale.

"Non ci sono superfici non idonee per Sinner. Mi auguro che sia subito competitivo. Non arriva da un infortunio, ma da uno stop che, per quanto forzato, gli ha permesso di lavorare a livello fisico in maniera massiccia. E si sarà ricaricato. Il campo può essergli mancato, ma sarà subito motivato. L’unica incognita è rappresentata dai primi match, di ’rodaggio’".

Quanto è cambiato il tennis dai sui anni ’90 fino a quello attuale?

"Questa è un’epoca di grande cambiamento. I ’grandissimi’ si sono tolti, questi sono i primi Internazionali senza Nadal... Ma tutto questo rende lo scenario interessante. Tra gli italiani vedo bene anche Musetti, che ha potenziale da primi 3-4 al mondo, poi Cobolli, Darderi, Berrettini. Occhio alle nuove leve, straordinarie: Mensik, Fonseca, e Cinà, addirittura classe 2007. Rune e Musetti possono fare qualcosa di straordinario a breve. Anche se Alcaraz e Jannik sono una spanna sopra, se al top della forma".

Siamo in una nuova era.

"Questo tennis è molto più stressante, molto amplificato dai social, dai media. Ammiro i giocatori per le pressioni che riescono a reggere, Jannik in testa. E’ tutto molto più esasperato. Anche gli sponsor generano ’doveri’ per i giocatori".

Il movimento in Italia è nella sua età dell’oro.

"Si è lavorato benissimo a livello federale e di circoli, con anche ex giocatori che allenano. Ed è ottima la rete di tornei messa in piedi in Italia, con l’effetto di aumentare competizione e confronto. Le scuole tennis funzionano bene e gli allenatori italiani riversano la loro esperienza anche alle eccellenze straniere. Donati segue la Putintseva, Cipolla allena la Kasatkina".

Gli Internazionali d’Italia cosa rappresentano per un tennista?

"Roma è Roma, piace a tutti. Insieme a Indian Wells è il Masters 1000 più apprezzato. Fascino e atmosfera sono unici. E’ logico che si sogni un italiano capace di arrivare fino in fondo, e ora ci sono le possibilità per farlo".

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