Sinner svela: “Si, ho pensato di lasciare il tennis. Non mi sentivo a mio agio”
In un’intervista esclusiva al Tg1, il campione si raccontato a cuore aperto. I momenti più difficili: dagli Australian Open al caso clostebol. Ecco perché non ha giocato a Rotterdam. Poi l’annuncio ai tifosi: “Ci vediamo a Roma”

Jannik Sinner
Roma, 29 aprile 2025 – "Sì, ho pensato di lasciare il tennis”. È il racconto a cuore aperto di Jannik Sinner in una intervista esclusiva al Tg1. Un momento di crisi prima degli Open, con le accuse sul doping (poi chiarite) e la pressione del clamore mediatico. Una situazione non certo facile, nemmeno per un campione della sua levatura, uno uno dei più forti tennisti della sua generazione. Ha parlato a ruota libera di come è riuscito a superare le difficoltà legate al caso clostebol.
“Se c'è stato mai un momento, specie nei primi tempi, in cui ho pensato basta, mi sono stufato, lascio, mollo tutto?'. Si… Si… Mi ricordo, prima degli Australian Open, che ero in un momento non felicissimo. Ho detto 'c'è ancora quel caso di doping', e a fine anno ho detto 'ok, è passato quest'anno, vediamo l'anno prossimo, vediamo com'è la situazione'. Ma poi arrivo lì in Australia e non mi sentivo proprio a mio agio, mangiavo e i giocatori mi guardavano in modo diverso, non mi piaceva proprio, e lì ho pensato che era pesante vivere il tennis in questo modo, ero diverso".
Il racconto di Sinner: “Agli Open non mi sentivo a mio agio”
Un momento di debolezza emotiva che lo rende subito più umano. agli occhi dei fan. “Arrivo lì in Australia, non mi sentivo proprio a mio agio – continua il racconto di Sinner – nello spogliatoio, quando mangiavo, i giocatori mi guardavano in modo diverso, non mi piaceva proprio, e lì ho detto, è pesante vivere il tennis in questo modo qua. Io ero sempre uno che scherzava, che andava nel ‘locker room’, con questo e quell'altro e scherzavo, poi ho detto, magari dopo l'Australian ho detto stacco un pochettino, e magari mi fa bene”.
Lo stop di tre mesi
“È andata così come è andata – ha proseguito – ma non volevo che andasse così. Ecco, però, nell'altro senso forse in quel momento lì mi ha fatto bene, tre mesi sono tre mesi ed è troppo, però la ragione per cui non ho giocato Rotterdam è proprio quella lì, non voglio giocare Rotterdam anche perché è giusto che io faccia riposare il corpo, fare delle scelte giuste professionalmente. Però era anche una ragione di dire mi serve un po' di tempo diverso, con amici o con quello che è. Anche mettere in priorità le persona a cui voglio veramente bene”, ha aggiunto Sinner che ora ricomincia da Roma.
La bella notizia: “Ci vediamo a Roma"
"Ormai non manca tanto, ci vediamo a Roma: speriamo di essere abbastanza preparati per il ritorno a Roma, non c'è posto più bello e ci aspettiamo un bel tifo”. Rialzarsi è stato difficile, ma alla fine ce l’ha fatta. Perché la stoffa da campione la si vede nei momenti più duri.
“La fortuna è stata aver avuto persone intorno a me che mi hanno capito e mi sono state vicino aiutandomi in quei momenti, come il mio team e la mia famiglia: ho costruito la mia bolla in cui nessuno entrava e questo mi ha dato la voglia di continuare, di lavorare e preparare gli Slam. È andato tutto bene l'anno scorso e ho giocato bene, anche se non mi sono sentito una persona felice in campo”, ha concluso Sinner nell’intervista esclusiva al Tg1.
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