Lo slam degli abbracci: Sinner e Zverev oltre la rivalità
La gioia per la vittoria del numero uno del tennis mondiale smorzata dal dispiacere per il tedesco. “Capisco Zverev, per noi tennisti il dolore della sconfitta più forte di tutto”. Jannik consola anche la fidanzata di Sascha. Incollati alla tv 3,5 milioni di spettatori. In forse la presenza al Quirinale, niente Atp 500 di Rotterdam
Roma, 27 gennaio 2025 – Del terzo slam vinto da Jannik Sinner – entrato a pieno titolo nell’Olimpo del tennis – resteranno gli abbracci dispensati dal campione azzurro, primo non solo per le vittorie che superano tutti gli italiani venuti prima di lui, ma soprattutto per umiltà ed empatia.
Non è un azzardo se diciamo che, ieri, vedendolo mentre consolava lo sconfitto Alexander Zverev durante la premiazione agli Australian Open, il numero uno Jannik fosse davvero dispiaciuto per il dolore del rivale. Quasi che la gioia per la vittoria dovesse essere contenuta e mitigata per rispettare l’angoscia del tedesco.

Le immagini parlano: le lacrime del tedesco che distrutto emotivamente poggia la testa sulla spalla del 23enne, Sinner che tenta di consolarlo, anche lui con le labbra serrate e lo sguardo triste, come se per qualche attimo la vittoria non contasse, di fronte alla disperazione dell’altro.

E poi oggi è stato lo stesso campione a dirlo: "Per noi giocatori il dolore per una sconfitta è più forte della gioia per una vittoria, siamo sempre più attaccati alle cose che non riusciamo a fare", ha spiegato Jannik. “Per Sascha era un momento difficile, ho cercato di incoraggiarlo. Merita più di tutti di vincere uno Slam".

Stima ricambiata dal numero due tedesco, che in barba ai tentativi del quotidiano di Berlino Bild di screditare il trionfo dell’altoatesino con l’ombra del doping, ha rivolto a lui apprezzamenti sinceri, ripetendo come un mantra le parole ‘è meglio di me’. "Jannik Sinner è di un altro pianeta: è migliore di me in questo momento, è semplice. Credo di aver servito meglio di lui che però ha fatto tutto il resto meglio di me. Da fondo campo mi ha dominato completamente. Si muove meglio di me. Ha colpito i suoi dritti meglio di me. Colpisce i suoi rovesci meglio di me. Ritorna meglio di me. È più bravo a fare le volée. In breve, ci sono cinque o sei colpi principali nel tennis e lui ne fa quattro o cinque meglio di me. Ecco perché ha vinto. Se l'è meritato".
Ieri 3,5 milioni di telespettatori sono rimasti incollati alla tv per vedere la finale trasmessa in chiaro sul Nove e su Eurosport, una finale che verrà ricordata sì per un’altra mirabolante impresa del campione nostrano, ma anche per i tanti abbracci: il più toccante quello addolorato a Zverev, e poi per quelli di festa con il suo team-famiglia.

Simone Vagnozzi, Marco Panichi, Ulyses Badio e Darren Cahill, prossimo alla pensione. Jannik se li è stretti tutti accanto a sé, prima di salire in tribuna per raggiungere il fratello Mark, il suo “migliore amico”, e abbracciare anche lui.

Sinner, campione di empatia. Alla fine si è scusato e ha rincuorato persino la fidanzata di Zverev, quasi mortificato per averlo battuto. E se mercoledì non sarà al Quirinale dal presidente Mattarella per celebrare i successi del 2024 del tennis azzurro – mentre sicuramente salterà l’Atp 500 di Rotterdam per riposare -, lo perdoneremo.
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