Tennis Internazionali d’Italia, Zverev cerca il tris: “Il diabete non mi ha fermato”
Il campione tedesco si è raccontato a Roma: “Ho creato una fondazione per aiutare chi non si può curare, oggi le tecnologie sono molto migliorate. Essere atleti è possibile”

Alexander Zverev
I suoi risultati valgono doppio, perché portano un messaggio speciale. Alexander Zverev cerca il suo terzo successo agli Internazionali d’Italia, debutterà contro l’argentino Camilo Ugo Carabelli (che ha battuto 6-2 1-6 6-3 Pablo Carreno Busta) direttamente al secondo turno, da testa di serie numero due del torneo. E’ la stessa posizione che occupa nel ranking, lui e Carlos Alcaraz non sono riuscito a scalzare Sinner neanche durante la squalifica. Ma il tedesco classe 1997 in questi giorni ha raccontato una parte della sua lotta per inseguire i sogni sportivi, quella che gli ha permesso di affrontare il diabete. Quando scoprì di esserne affetto aveva solo quattro anni: vederlo vincere ha un peso specifico diverso per tanti giovani affetti dalla malattia cronica autoimmune. «Avere una vita normale per chi ha il diabete è possibile. Ed è possibile anche diventare degli atleti», ha raccontato Zverev durante l’evento 'Ridurre il peso del diabete attraverso la tecnologia’, organizzato a Roma da Medtronic. «È importante - aggiunge - che genitori e bambini sappiano che non ci sono limiti. Non ho mai lasciato che il diabete mi fermasse. Se riuscirò a ispirare altre persone nella mia condizione a continuare a inseguire i propri sogni e a realizzare tutto ciò di cui sono capaci, avrò fatto una piccola differenza».
I dati dicono che solo in Italia, oltre 3,5 milioni di persone convivono con il diabete di tipo 2, legato agli stili di vita, mentre 259.000 hanno il diabete di tipo 1, la forma autoimmune che insorge da giovani: la vita di chi ne è affetto è scandita da misurazioni della glicemia, insulina e farmaci per tenere sotto controllo le complicanze. Zverev ha dovuto fare iniezioni di insulina anche durante i cambi di campo. «Nel 2022 - racconta - mi sono dovuto fermare per via di un infortunio alla caviglia e ho avuto l'opportunità di fare una cosa a cui pensavo da tempo. Così con mio fratello abbiamo fondato la Alexander Zverev Foundation, un'associazione che mira a aiutare giovani con diabete che in molti Paesi non possono permettersi cure».
Oggi la tecnologia ha fatto passi da gigante, oltre il 95% dei bambini e ragazzi con diabete tipo 1 utilizza un sensore continuo di monitoraggio della glicemia, il 40% è in terapia con microinfusori che somministrano insulina. «Quando mi è stato diagnosticato il diabete, circa venti anni fa, la situazione era diversa. Io sto vivendo il mio sogno - dice Zverev - ma non sono l'unico esempio di atleta con questa condizione. E oggi, grazie alle tecnologie disponibili, non c'è motivo per cui chi ha il diabete non possa vivere al meglio la propria vita».
Continua a leggere tutte le notizie di sport su