46 milioni di italiani abbandonati, Malagò sullo sport per tutti
Giovanni Malagò, Presidente del Coni, sottolinea la differenza tra lo sport di base e lo sport per tutti, e l'importanza di tutelare i 14 milioni di tesserati. Sottolinea inoltre che se si migliorasse la situazione dei 46 milioni di italiani abbandonati, i risultati sarebbero ancora più grandi.
Che cosa farà lo Stato per trasformare in realtà la parola "sport" nella Costituzione? L'equivoco è tutto su un concetto semplice: la Carta Costituzionale si rivolge a tutti ed è doveroso. L'autonomia dello sport, invece, si rivolge ai 14 milioni di tesserati italiani, che vanno tutelati, invece si fa di tutta un'erba un fascio. Giovanni Malagò, Presidente del Coni, durante il convegno al Salone d'Onore del Coni nel quale è stato presentato il nuovo numero della rivista di diritto sportivo, ha ribadito: "Ricomincerò a puntualizzare, senza litigare, su un concetto molto chiaro: la differenza tra lo sport di base e lo sport per tutti. In quest'ultimo rientrano i 46 milioni di italiani abbandonati dal dopoguerra ad oggi. I 14 milioni di tesserati, invece, non sono di competenza normativa del legislatore. Lo sport di base è quando Emanuela Di Centa si è iscritta al suo club di sci, un passaggio che l'ha portata poi a vincere le medaglie. È tutta una filiera. Se miglioriamo quei 46 milioni di italiani abbandonati, visti i risultati clamorosi dei restanti 14 nonostante i problemi che conosciamo, onestamente saremmo ancora più grandi di quello che stiamo facendo oggi".
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