De Giorgi e la missione Los Angeles: “Parigi? Amarezza da cui ripartire con nuovi stimoli»
L'allenatore ha fatto un bilancio del suo percorso sulla panchina della Nazionale maschile ed è tornato sulla mancata medaglia ai Giochi francesi
Milano, 14 dicembre 2024 – La filosofia di Ferdinando De Giorgi continua a essere sempre la stessa: largo ai giovani. Il CT pugliese, arrivato nel 2021 sulla panchina della Nazionale maschile, quando un gruppo, guidato da Gianlorenzo Blengini si stava preparando alle Olimpiadi di Tokyo, proprio allora iniziò a dare spazio anche a chi non aveva mai giocato in Superlega (su tutti Yuri Romanò) e a chi aveva del potenziale nonostante la precoce età anagrafica.
L’allenatore, confermato alla guida degli azzurri fino ai Giochi di Los Angeles 2028, con la firma del contratto avvenuta durante la consueta conferenza stampa di fine anno, in occasione degli Stati Generali del Volley, ripartirà dalla VNL 2025 e dal Mondiale del prossimo anno. Motore di tutto sarà l’amarezza per la medaglia sfumata a Parigi.
"L’Olimpiade ci ha lasciato, dal mio punto di vista, la consapevolezza che siamo una squadra che se la gioca con tutti in qualsiasi competizione. Ha lasciato anche quella rabbia e quell'amaro che deve diventare un propellente per andare a cercare di migliorarci anche sul singolo pallone. Bisogna però guardare al percorso, che è un percorso di eccellenza che non significa vincere sempre, ma essere sempre competitivi. Questa squadra ha fatto il suo percorso ed è una squadra che profuma di futuro. Ha possibilità di crescere ed essere sempre più competitiva. Questa sconfitta per noi, di non aver preso la medaglia olimpica, è un punto importante per trovare stimoli verso il futuro".
Poi, si è lasciato andare a un bilancio del suo viaggio alla guida dell'Italvolley. “Ho iniziato un progetto – ricorda - che poi ha preso il nome di “ Noi Italia” che nasce dall'urlo agonistico che stavamo cercando di creare con tutta la squadra. Iniziando una nuova esperienza volevamo trovare un urlo agonistico personale. Balaso, il nostro libero, ha detto queste due parole che sono state molto importanti: racchiudevano quella che era l'essenza di ciò che volevamo fare e quindi il progetto tecnico e valoriale è partito e l'abbiamo chiamato "Noi Italia". La mia idea era proprio quella di valorizzare quello che avevamo”.
Infine, spazio a una lunga riflessione sullo spazio non sempre concesso ai giovani e sulla loro importanza anche in maglia azzurra: “Molte volte ci siamo lamentati chiedendoci dove fossero giovani: la nostra federazione lavora in modo incredibile sulla costruzione dei giovani, oltre che società. Io, i giovani li vedevo, vedevo tanti ragazzi interessanti. Quando si parla di giovani il problema è sempre che tutti le parlano che bisogna dare opportunità, poi non si capisce quanti lo facciano. Ho cercato di essere da esempio da questo punto di vista e quando ho iniziato questo progetto l'idea era proprio di fare un cambio generazionale fortissimo perché c'erano le condizioni per il nostro movimento, che è un movimento che crea continuamente opportunità”. E il progetto continuerà proprio su questa scia. Tanti sono stati "catapultati" nella Nazionale seniores in questi anni, basi pensare a Luca Porro o Alessandro Bovolenta, presenti nel gruppo di Parigi 2024. “Abbiamo già tanti giovani, ci sono dei ventenni che adesso stanno giocando, quelli che abbiamo inserito li stiamo monitorando e poi siamo sempre aperti a vedere cosa c'è di interessante”.
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