Margutti "Lube, una mentalità incredibile"
L’ex schiacciatore ricorda l’esperienza a Macerata dal ’94 al ’97: "Quest’anno vedo Perugia leggermente superiore, ma io tiferò per Cormio"

di Andrea Scoppa
Dopo l’epilogo degli Europei, con Balaso e Bottolo che giocavano per l’oro e Chinenyeze per il bronzo, ecco le parole di Stefano Margutti, schiacciatore della Lube degli esordi, una squadra che non era ancora grande, anzi lui arrivò a Macerata nel 1994 quando i biancorossi militavano in A2. E’ rimasto a Macerata fino al 1997 (e qualche mese nel 1998-’99), esperienze che non hanno regalato trofei ma lui ne aveva già alzati con la Nazionale (Europei dell’89) e con il Messaggero Ravenna.
Margutti, cosa fa ora?
"Sono responsabile marketing di una importante azienda italiana che produce computer. Già da giocatore ero appassionato di informatica e facevo cd-rom interattivi. Adesso lavoro qui nel ravennate dove abito".
A Ravenna giocò in quella super compagine che negli anni novanta vinse uno scudetto e 3 Coppa Campioni (2 con lui). Come compagno quel Kiraly eletto miglior giocatore del secolo assieme a Bernardi: cosa aveva di speciale lo statunitense?
"Faceva giocare meglio gli altri. Avevamo tanti atleti di personalità ma lui eccelleva. L’esempio contava più del comando. Ricordo che quando vincevamo una partita facilmente poi si chiudeva in sala pesi, perchè altrimenti diceva che non saremmo stati pronti per la gara successiva".
Lei è stato in club con dietro grandi imprenditori, da Ravenna del Gruppo Ferruzzi alla Lube e prima la Gonzaga Milano della brave esperienza berlusconiana. Ricordi milanesi?
"Berlusconi non l’ho mai conosciuto, non si occupava del volley in quella polisportiva. Purtroppo perdemmo varie finali, arrivavamo sempre secondi".
E poi la Lube.
"Non fu una scelta facile perché passai dalla finale scudetto alla A2. Ricordo però quanto mi spingesse il procuratore, diceva che la dirigenza e la proprietà sarebbero arrivati al top. Del primo anno mi viene in mente il rammarico per un ko a Falconara che ci costò la promozione".
E ricordi fuori dal campo?
"Il primo anno vivevo proprio a Treia, mia moglie era incinta di mia figlia. Un Capodanno trovammo un cagnolino abbandonato che poi ci ha fatto compagnia per 14 anni. Ah, non so quanta crescia con il ciauscolo ho mangiato".
L’altro figlio Pietro ha seguito le orme paterne, schiacciatore e pure a Macerata.
"Sì, dal 2020 al 2023. Peccato che per colpa del covid non sono venuto al Fontescodella quanto avrei voluto. Adesso gioca a Fano sempre in A3".
Che ne pensa del mercato fatto dall’amico Cormio (insieme a Ravenna come dirigenti) e che previsioni fa per la SuperLega?
"La Lube ha acquisito una mentalità incredibile al punto che lo scorso campionato, pur perdendo assi e ringiovanita, ha ugualmente raggiunto la finale. Io vedo Perugia leggermente superiore, specie se Leon sarà quello della finale degli Europei. Però è anche vero che nel recente passato gli umbri erano spesso favoriti e invece. Di sicuro io tifo Lube".
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