Meoni e la pallavolo negli States "Che ricordi da capitano della Lube"
L’ex palleggiatore vive a Houston, dove allena i giovani: "Ho visto crescere Thelle, è molto forte fisicamente"

Meoni e la pallavolo negli States "Che ricordi da capitano della Lube"
di Andrea Scoppa
Per la terza puntata della rubrica "Amarcord", oggi ritroviamo un grande ex palleggiatore della Lube e della Nazionale come Marco Meoni. A Macerata dal 1996 al 2003, alzando la Coppa Campioni e pure oro mondiale con l’Italia nel 1998, Meoni da qualche anno vive negli Stati Uniti. A Houston per la precisione.
Meoni, come sta? Questa estate è tornato nella sua Porto Recanati città adottiva?
"Dopo quattro anni sono finalmente riuscito a rientrare in Italia per un mesetto e ovviamente ho fatto una settimana a Porto Recanati dove sono ancora molto legato per affetti e lavoro".
Cosa le manca di più?
"La gelateria Giorgio e la enoteca La Parnanza (ne era comproprietario), anche il fatto di stare in laboratorio e creare dolci, cioccolati e gelati che danno tanti sorrisi. Questa estate sono stato a mangiare il pesce da quasi tutti gli amici storici. In America mi manca proprio il pesce come lo cuciniamo noi".
Ricordiamo cosa fa di preciso negli States.
"Vivo a Houston dove alleno e sono il responsabile degli allenatori di un club giovanile maschile e femminile. Il sistema è molto diverso da quello italiano e quando parlo di club intendo circa 20 squadre maschili e 20 femminili. Si utilizzano tre differenti strutture in un’area metropolitana di 9 milioni di persone. E anticipo che sto per iniziare un progetto nuovo".
Vale a dire?
"A breve verrà poggiato il primo mattone dalla struttura che gestirò con tre palestre per la pallavolo, una sala per il lavoro fisico, campi da beach e probabilmente un campo da padel che qui ancora non viene giocato, ma sono sicuro che presto impazziranno tutti come in Italia".
Ci descriva l’Ncaa (il mondo dei college, fresco di record mondiale con 92mila spettatori ad un match femminile in Nebraska), la stessa Lube vi ha pescato Garcia, Nikolov e ora Thelle. Conosce bene il norvegese, suo omologo?
"L’ho visto giocare molto ed era chiara la differenza tecnica e di intelligenza rispetto ai suoi coetanei. Molto forte fisicamente e mancino, cosa utile per un alzatore".
Segue ancora il volley "nostrano"? Previsioni per Europei e SuperLega?
"Certo che lo seguo, sono vecchietto ma uso la tecnologia. Dico solo che Fefé (Ferdinando De Giorgi, ndr) sta facendo un lavoro eccezionale e che sta plasmando sempre di più un’Italia che fa innamorare".
E del passato da giocatore in biancorosso, cosa ricorda con più piacere o nostalgia?
"Sono stati sette anni importantissimi per me come giocatore e come uomo, il mio primo figlio Filippo è nato a Macerata. Porto con orgoglio il fatto di essere stato palleggiatore e capitano delle prime grandi vittorie della Lube, Coppa Italia, Coppa Cev e Champions League".
Differenze tra l’esperienza alla Lube e quella in altri club?
"Io e Zorzi siamo stati i primi della Nazionale a vestire la maglia biancorossa. Tutto era diverso, ovviamente, era una piazza che ha conosciuto in fretta la A1 e che aveva voglia di crescere in una regione che, con Falconara e Fano nel maschile e Pesaro femminile, ha fatto la storia del volley italiano. Adesso Civitanova invece ne è diventata la capitale".
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