Poriya prova a prendersi la Lube: "Che gioia alzare la Coppa Italia"

Lo schiacciatore iraniano sui primi mesi in Italia: "Mi trovo bene, sono in uno dei club migliori al mondo"

di ANDREA SCOPPA
7 febbraio 2025
Poriya, lo schiacciatore iraniano della Lube è soprannonimato Terminator

Poriya, lo schiacciatore iraniano della Lube è soprannonimato Terminator

Nell’apprendimento della lingua italiana fatica, va un pochino meglio con l’inglese, ma visto come sta incidendo sul taraflex gli si perdona tutto. E la Lube gongola. Il giovane schiacciatore iraniano Poriya Hossein Khanzadeh è uno dei protagonisti dell’ultimo sfavillante periodo biancorosso, la bella striscia di 9 successi di fila tra campionato, Coppa Italia e Challenge Cup. Nella Final Four di Bologna ha deciso la semifinale sparando 2 ace nel tie-break e ribaltando la situazione che vedeva Trento avanti. Poi è stato mattatore del match europeo contro Groningen realizzando la bellezza di 7 servizi vincenti. Davvero impressionanti le doti in battuta del ventenne, nonché la capacità di contribuire stile forno a microonde, entrando a freddo. Nella Lube recente forse solamente Kovar, ma in ricezione, lo sapeva fare così bene. Per la pericolosità al servizio ci ricorda invece lo specialista mancino Sartoretti, ex di Ravenna, Cuneo e Modena (ora direttore generale degli emiliani, domenica rivali al PalaPanini) tra le altre. Soprannominato "Terminator", Poriya si gode l’esperienza italiana e analizza i primi mesi a Civitanova. "Alzare al cielo un trofeo importante come la Coppa Italia – afferma al mio primo anno in Itala mi ha regalato emozioni forti. Le partite giocate all’Unipol Arena si sono caratterizzate per l’altissimo livello, per me è stato tanto divertente quanto gratificante, e sono fiero di aver aiutato la squadra a raggiungere il traguardo".

Ha incontrato delle difficoltà in questi primi mesi o è andato tutto liscio? "Fatta eccezione per le problematiche legate a una lingua nuova e per me complicata come l’italiano, posso dire di non aver riscontrato problemi. L’ambiente di lavoro è ideale, con la squadra e lo staff mi sono trovato subito a mio agio".

Cosa l’ha sorpresa maggiormente della Lube? "Uno dei club migliori e più prestigiosi al mondo. I dirigenti si prendono molta cura dei giovani pensando a tutto e trattando i giocatori in modo molto professionale. D’altronde tanti atleti leggendari hanno giocato qui, non è un caso".

Quale è la cosa più strana della vita in Italia rispetto alle abitudini in Iran? "In realtà il mio stile di vita non è poi cambiato così tanto e la mia passione per il cibo italiano è stata un buon punto di partenza. Anche l’atteggiamento e la gentilezza delle persone nei miei confronti mi hanno subito colpito. Certo, sono lontanissimo dall’Iran, ma posso dire di sentirmi a casa qui a Civitanova".

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