Mads Pedersen trionfa a Valona: riconquista la maglia rosa al Giro d'Italia

Mads Pedersen vince a Valona e riprende la maglia rosa al Giro d'Italia, confermandosi il più veloce tra i corridori.

di ANGELO COSTA
12 maggio 2025
Mads Pedersen, 29 anni, seconda vittoria al Giro d’Italia in tre giorni

Mads Pedersen, 29 anni, seconda vittoria al Giro d’Italia in tre giorni

Percorso da classiche, vincitore adeguato, oltre che prestigioso: ancora Mads Pedersen, quello del primo giorno e della prima maglia rosa danese della storia del Giro. La riprende a Valona, confermandosi il più veloce della metà del gruppo che lascia per strada i velocisti veri: è il suo sesto centro stagionale, il numero 52 in una carriera in cui al suo Paese ha regalato anche il primo titolo iridato di sempre, sei anni fa.

Corridore con la maiuscola, Pedersen: al Giro si è subito dimostrato di taglia superiore, dopo una primavera in cui non si è certo risparmiato. Dalla Sanremo in poi ha corso sei classiche, vincendo la Gand Wevelgem e non uscendo mai dai primi sette nelle altre: se non è arrivato a giocarsi la Rubè con Van der Poel e Pogacar è solo perché una foratura l’ha messo fuori dai giochi. Al via in Albania si è presentato mettendo nel mirino le due giornate più adatte a lui, la prima e la terza: bersagli centrati. In mezzo ci ha infilato una crono superba: primato meritato, non c’è che dire.

"Tornare in rosa era l’obiettivo, anche se la tappa era durissima: con questa squadra accanto è stato facile ottenere quanto avevano pensato", racconta Pedersen, dopo aver abbracciato Ciccone che in veste di gregario fin qui ha lavorato alla grande. Stavolta non lo fa solo sulla lunga salita che spezza in due il gruppo, ma pure sulle strette strade del finale, pilotando con sicurezza il compagno danese. In Italia, dove il Giro ripartirà domani, si capirà se l’abruzzese avrà le gambe anche per giocarsi la tappa che insegue.

Se Pedersen onora degnamente il suo status di big, un’altra firma illustre sprofonda: Van Aert era tra i più attesi, invece si fa attendere. In affanno nel giorno d’apertura, non pervenuto nella crono, il belga lascia la compagnia appena la strada si arrampica: non è certo quel che ci si aspettava da chi, sbarcando per la prima volta al Giro, è stato accolto da un percorso disegnato per le sue caratteristiche.

Mentre gli altri si giocano la tappa, Roglic si disinteressa dello sprint e della sua maglia rosa, lasciata in ottime mani: lo sloveno mette il naso avanti solo per evitare guai. Non mancano in una tappa segnata dagli animali: non bastassero le capre che rischiano di far cadere i corridori a inizio giornata, a un paio di chilometri dallo sprint sbuca pericolosamente pure un cane. Un Giro si vince anche dribblando la sfortuna, come suo malgrado sta imparando il giovin Ayuso: dopo lo scivolone del primo giorno, ecco la foratura in partenza e il guasto alla radiolina a consegnargli il provvisorio titolo di Paperino.

Salutando l’Albania – oggi riposo e trasferimento in Italia, domani si riparte con la quarta tappa Alberobello-Lecce – l’Italia si consola piazzandone sei nei primi dieci dell’ordine d’arrivo: purtroppo, dal quinto posto in giù. Rende di più la fuga di Lorenzo Fortunato con Bilbao sulla salitona di giornata: gli vale la maglia blu di leader degli scalatori, almeno si torna a casa con un souvenir.

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