Sci, la valanga azzurra è donna. Brignone la vincente più longeva

L’Italia femminile a quota 132 vittorie dopo Semmering, Brignone la più longeva a vincere una gara di Coppa del mondo: “Il segreto? Mi piacciono le sfide”

di MANUEL MINGUZZI
31 dicembre 2024
Sofia Goggia e Federica Brignone

Sofia Goggia e Federica Brignone

Bologna, 31 dicembre 2024 – Lo sci è donna. La valanga azzurra è rosa. Lo sci alpino italiano è incentrato sulla squadra femminile, che sta ancora vivendo una delle generazioni più floride e con tante campionesse racchiuse nella stessa epoca. Federica Brignone, classe 1990, Sofia Goggia, classe 1992, Marta Bassino, classe 1996: in tre fanno 61 vittorie nel massimo circuito. L’ultima porta la firma di Fede Brignone, che sabato scorso ha dominato il gigante di Semmering, diventando la più longeva sciatrice a vincere una gara di Coppa del mondo. E non è finita perché c’è spazio pure per giocarsi la sfera di cristallo generale assieme a Sofia. Non dimenticando i mondiali…  

Brignone vincente a 34 anni e 5 mesi: “Mi piacciono le sfide”

Non è un caso che Fede Brignone sia stata ribattezzata la ‘tigre di La Salle’. Una lottatrice indomita, attratta dalle sfide, da nuovi record e nuove ambizioni. Non si arrende mai, sugli sci dà sempre il 100% anche quando non vince o non va a podio. Attacca, fa carvare gli sci generando velocità come pochi e a 34 anni suonati batte ancora tutte. Il successo di Semmering consegna un record: è la più longeva a vincere una gara di Coppa del Mondo. Il precedente record apparteneva a lei, lo ha ritoccato a 34 anni, 5 mesi e 14 giorni. Dietro di lei c’è Elisabeth Goergl, che vinse in Val d’Isere il 21 dicembre 2014 a 33 anni e 10 mesi, poi Lindsey Vonn, prima ad Are il 14 marzo 2018 a 33 anni e 4 mesi, con chance di ritoccare il record dato che a 40 anni è tornata in gara. Non solo, il successo di Semmering di Brignone, seguito a quello di Goggia in super g a Beaver Creek il 15 dicembre, ha portato l’Italia femminile a quota 132 vittorie totali nella storia della Coppa del Mondo. Ventinove sono di Fede, venticinque sono di Sofia, in un eterno duello in casa tra due che spesso si sono piccate a distanza, ma che nel recente periodo hanno trovato un equilibrio nei rapporti. Una concorrenza interna che ha stimolato tutto il movimento sciistico e continua a farlo, spronando tutte a migliorarsi ogni giorno. Il segreto? Lo racconta Federica: “Mi piace la sfida. Sfidare me stessa, continuare a cercare soluzioni per andare più forte – le sue parole dopo il successo di Semmering - Sono tanti anni che gareggio ma nelle ultime stagioni sono riuscita a fare di più, anche mentalmente, per trovare un equilibrio maggiore e mi sembra di continuare a migliorare”. E sulla prossima sfida che l’attende, Brignone ha le idee chiarissime: “La prossima sfida è Kranjska Gora, ovviamente. Mi diverto e mi piace sciare e spero di battere ancora il mio record di anzianità”. Insomma, Dna vincente, mentalità vincente. Accontentarsi mai. E il 2025 porta con sé tanti altri obiettivi.

Coppa e Mondiali

 

Piccola pausa di calendario, ma già il 4 e il 5 gennaio si riparte dalla Slovenia, a Kranjska Gora, per gigante e slalom, ma in generale il primo mese dell’anno sarà riservato a tappe storiche del circuito come St. Anton, discesa e superg, Flachau, slalom, la mitica Cortina d’Ampezzo con discesa e super g, poi Plan de Corones per il tradizionale gigante sulla temibile Erta. Tutte tappe, a parte Flachau tra i pali stretti, che Brignone può sfruttare nella lotta alla classifica generale, dove comanda Camille Rast con 351 punti, davanti a Zrinka Ljutic con 334 e appunto Fede con 319. Attenzione anche a Goggia, che da Kranjska tornerà in gara anche in gigante ed è nona a 111 punti di distanza dalla svizzera. Poi ci sono i mondiali, manifestazione che non sempre ha sorriso alla nazionale femminile. Goggia, per esempio, non è mai riuscita a vincere un oro. Nel 2019 a Are conquistò un argento in supergigante e nel 2017 a Sankt Moritz fece bronzo in gigante, mentre a Courchevel 2023 andò male e a Cortina 2021 rimase a guardare per un infortunio. Brignone, invece, l’oro se lo prese in combinata nel 2023, ma gli è sempre mancato quello in gigante (due argenti 2011 e 2023). Insomma, Saalbach 2025 è il grande obiettivo delle big azzurre: appuntamento dal 4 al 16 febbraio, prima con le discipline veloci e poi con quelle tecniche.

Goggia e l’ennesimo ritorno

 

Non solo Brignone, perché c’è stato anche l’ennesimo grande ritorno di Sofia Goggia da un infortunio grave. Dopo la frattura al piatto tibiale e un lungo stop, quasi un anno, Sofia è stata capace di rientrare a Beaver Creek il 14 dicembre, disputando in totale tre gare, anche St. Moritz, e in tutte e tre è andata a podio. Ha iniziato con la seconda piazza nella discesa americana, poi successo clamoroso in super g il giorno dopo e infine terzo posto in Svizzera, sempre in super g. Ora arriva Kranjska, gigante, poi St. Anton, di nuovo con le sue amate discipline veloci. Non è stato facile per Sofia, stavolta, rientrare. Infortunio da superare soprattutto a livello mentale: “Sono stati dei mesi molto difficili, tant'è che io, che mi sono infortunata tante volte nella vita, è come se dentro di me mi fossi infortunata per la prima vera volta – ha affermato Sofia a Olympics.com - L'ho patito tanto mentalmente, soprattutto i primi mesi. Non è stato facile”. Il corpo, invece, risponde ancora presente anche se Sofia va per i 32. Un po’ si sente, l’età che corre come fa lei a 100 orari sugli sci, ma tutto sommato regge bene: “Sento che magari in alcune giunture, in alcune articolazioni, sono un po' più anziana, tra virgolette, ma se dovessi fare una fotografia del mio corpo mi sentirei fortunata per come riesco a utilizzarlo. Ne sono grata”. E a una certa età diventa fondamentale il recupero: "L'importante, secondo me, quando si arriva a un certo punto della carriera è sapersi allenare ma anche investire tanto su quelle che sono le strategie di recupero". Lo stesso discorso lo farà l’amica e rivale Lindsey Vonn, che a quarant’anni vuole ritagliarsi una seconda parte di carriera: “Con Lindsey sono molto amica, ci sentiamo spesso. Capisce esattamente i miei stati d'animo. Le persone che riescono a comprendere certe situazioni sono quelle che l’hanno già vissuta. Parlano lo stesso linguaggio e ti capiscono al volo. Lindsey ha avuto tanti infortuni ed è stata molto comprensiva con me”. Ora, le due saranno di nuovo rivali in pista e chissà che questo duello non possa trascinarsi fino alle Olimpiadi di Milano-Cortina 2026. In ogni caso, lo sci alpino azzurro è a tinte rosa, femminili, dove si può vincere in tre discipline su quattro e più o meno con le stesse atlete. Al maschile, invece, c’è stato il solo Casse, fino a qui, a mandare un segnale. Latita Paris, e nelle discipline tecniche Vinatzer è altalenante e non ha fatto l’ultimo passo verso la maturità conclamata. Donne sugli scudi, dunque, in una generazione d’oro che si avvia verso la parte finale di carriera, ma che può ancora dare tanto, tantissimo. Brignone, Goggia e Bassino vanno celebrate e godute fino a che resteranno in pista, prima che facciano spazio a una nuova generazione di sciatrici, si spera vincenti come loro. E’ valanga rosa, ancora per qualche anno.

 

 

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